STYLE
Brat o demure? Oggi è questo il dilemma
Ecco l’alternativa tra essere ribelle o sobria: si deve scegliere tra i due modi d’essere e apparire
Potremmo, forse, immaginarle come due sorelle, simili eppure drammaticamente diverse: i concetti di brat e demure, infatti, sono figli della stessa cultura social che, però, raccontano in modo completamente diverso. Come spiega Nöel Wolf, esperta di cultura e linguistica di Babbel: «Esistono diverse ragioni per cui questa tendenza ha preso piede così velocemente e, tra queste, vi è sicuramente il fatto che le persone amano vivere delle esperienze culturali condivise. Termini come “demure” e “brat”, usati per descrivere determinate estetiche e stili di vita, facilitano la diffusione della tendenza, condensando il concetto in una frase breve e facile da ripetere, alimentando così ulteriormente il fenomeno online».
Accomunati dalla diffusione social, brat e demure non potrebbero essere, però, più diversi. Se le brat girls, infatti, sono monelle, ribelli e impertinenti, essere “very demure, very mindful” - come recita il popolarissimo video TikTok della creator Jools Lebron, creatrice della tendenza - significa essere modeste e rispettose. Il termine “demure”, in effetti, risale al 1600. Come spiega ancora Nöel Wolf, «in italiano può essere tradotto come “pudico” o “modesto”. Questo dimostra come anche i termini più obsoleti possano essere reinterpretati per adattarsi ai valori di oggi, come l’inclusività». Un termine che si oppone in modo netto a una visione più brat della vita. «Brat evoca un atteggiamento ribelle e sopra le righe», spiega l’esperta. Un termine che racconta un approccio originale e incurante delle regole, quello di chi non vuole sottostare ad alcuna imposizione. «Alcune parole suonano esattamente come ciò che vogliono trasmettere», chiarisce Wolf. Ecco allora che il termine demure sembra essere perfetto per descrivere lo stile casual-chic: cardigan, gonne longuette e tacchi bassi contribuiscono a dare vita ad outfit rassicuranti e rispettosi, per chi ama l’eleganza low profile. Ne sono perfetti rappresentati Prada, con i suoi abiti a fiocchi, le ballerine e i golfini, che le modelle abbottonano in passerella, ma anche i tailleur di tweed portati con le perle di Chanel. Ci sono, poi, Jill Sander e The Row, con i loro design sofisticati e mai ostentati. Se si dovesse eleggere il più demure degli stilisti, però, il titolo spetterebbe a Giorgio Armani, re dell’eleganza sussurrata. Una raffinatezza delicata che si riflette anche in un beauty look very mindful, very demure. I toni sono soft e nude, accompagnati da acconciature morbide e sommesse - su tutte, lo chignon - da abbinare a tinte rigorosamente naturali, mai esuberanti. Sulle dita, una French nella sua versione più classica o uno smalto rosato, a raccontare uno stile che non conosce tendenze. All’opposto, le brat girls abbracciano tutt’altro tipo di estetica: largo, dunque, a capi strappati e destrutturati, abbinati con fantasia e un occhio quasi futuristico. Non si tratta solo di moda, ma di un intero stile di vita: essere brat - stando a quanto dichiarato dalla cantante Charlie XCX che così ha intitolato il suo ultimo album - significa essere una «ragazza un po’ incasinata che ama fare festa e, a volte, può dire cose sciocche, ma è onesta e sincera, anche se un po’ sfuggente». Le brat girls, dunque, si potrebbero descrivere come donne ribelli e caotiche, proprio come la tonalità di verde «offensiva e fuori tendenza» che incarna lo spirito brat, secondo quanto raccontato proprio da Charlie XCX a Vogue Singapore. In termini stilistici, le coordinate delle brat girls sono quelle della moda anni Duemila, tra il grunge e gli accenti futuristici dei look da clubber. Un “brutto” alla Balenciaga, fatto di jeans oversize e minigonne così corte da sembrare più una cintura, accostate a tacchi a spillo, canottiere bianche e cappellini da baseball. A coprire gli occhi, occhiali da sole a mascherina per nascondere trucco sbavato e i segni di una notte passata a divertirsi. Uno spirito ribelle che si trasmette anche al make-up, dove trionfano eyeliner grafici e ombretti smudged, quasi come se si trattasse del look realizzato la sera prima. Immancabile una certa disattenzione alla capigliatura, che si fa indomabile e spettinata, aggrovigliata dai bagordi di una notte brava.
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