DA SAPERE
Mettetevelo in testa!

Particolarmente importante nell’antico Egitto anche come valore religioso in quanto collegato alla sede dell’anima e della vita che andava protetta, il nome con cui lo conosciamo deriva però dal latino dove indicava una piccola cappa che riparava la testa, pratica tra l’altro in uso anche nelle popolazioni preistoriche.
Una funzione primitiva di puro riparo da pioggia, vento, sole, ma anche dagli urti, che presto diventò invece espressione di creatività e di originalità, conoscendo numerose evoluzioni. Di lana o di feltro, di pelo o di paglia, maschile o femminile, di piume, con veletta, con fibbie, nastri o punte, di forme e fattezze che lo caratterizzano dandogli un nome specifico, il cappello è passato per l’antica Grecia e l’Asia e poi è arrivato in Europa, diventando la sua produzione, per l’economia italiana, un ramo importante fin dall’inizio del XX secolo, testimoniata anche dal Museo dedicatogli in provincia di Fermo, nelle Marche.
Pare che il materiale primo utilizzato per realizzare cappelli sia il feltro, creato da un intreccio dio fibre naturali, le cui tracce risalirebbero addirittura al terzo millennio avanti Cristo. I ritrovamenti più antichi porterebbero in Siberia. Ma in Italia è un materiale che fa immediatamente pensare al Borsalino, che porta il nome di una delle più prestigiose aziende manifatturiere del nostro territorio, conosciuta a livello internazionale.
Si è accennato all’importanza che lega i copricapi all’antico Egitto, soprattutto per il significato spirituale che ancora oggi troviamo in alcune religioni. La testa era per gli Egizi la sede dell’anima e della vita e dunque andava protetta in modo anche da attirare l’attenzione della divinità così da avvicinarsi: non è un caso che le corone dei faraoni assomiglino a veri e propri cappelli che, secondo la tradizione, venivano donati proprio dagli dei ai loro rappresentanti sulla terra.
Le prime cappellerie in Italia, ma anche in Francia, nascono verso la fine del 1200 e le diverse fogge e i diversi materiali utilizzati servono per distinguere le classi sociali: un primo passo verso quel concetto non solo di protezione da agenti atmosferici o da urti ma soprattutto estetico che si lega oggi in maniera preponderante ai cappelli e al loro utilizzo, pur non dimenticando quello di riparo, soprattutto nei mesi freddi o dai raggi troppo forti del sole.
E ricordando che, soprattutto dagli Anni Ottanta, diminuisce la caratteristica degli stili differenziati per uomini e donne e i cappelli assumono caratteristiche unisex. Si ispirano all’architettura gotica nella Francia del quattordicesimo secolo, bilanciano le parrucche del Settecento diventando alti e voluminosi, ma, parallelamente, spesso si legano a passioni per la moda di aristocratici e nobili, come nel caso del Re Sole, che amava i cappelli, come si evince anche da suoi ritratti, ma anche, in tempi molto più recenti, della famiglia reale inglese.
E talvolta i cappelli diventano caratteristiche legate a personaggi e attori del cinema e dell’arte, dalla bombetta di feltro rigido e bombato creata a Londra nel 1860 che è tratto distintivo di Charlot, ma che appare anche nei quadri di Magritte, al deerstalker reso celebre come cappello da investigatore di Sherlock Holmes.
E tante anche le curiosità su alcuni cappelli: la cupola piatta e rotonda con ala stretta indossata da Gene Hackman nel film del 1971 The French Connection deve il suo nome, Pork Pie Hat, che le fu dato da alcuni musicisti jazz e blues di New Orleans che la portavano spesso, alla somiglianza con la torta inglese fatta di carne di maiale. Mentre il pompon che spesso è cucito sui cappelli di lana è una tradizione della marina francese: la morbidezza della “palla” attutiva eventuali colpi che la testa dei marinai poteva prendere sulle navi.
Da segnalare anche che nel 2012 la tessitura tradizione del panama, intrecciato a mano con fibre ricavate dalle foglie tenere di palma nana, è stata riconosciuta tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’Ecuador. Infine, all’inizio del Novecento Coco Chanel iniziò la sua carriera realizzando e successivamente vendendo cappellini di paglia ornati da fiori in raso o singole piume.
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