FALLIMENTI E RINASCITE
C’era una volta la Grande Varese dello sport
La sconfitta dei Mondiali di canottaggio svaniti e l’allarme. Anche Busto non se la passa bene
È stata una sconfitta dolorosa quella che Varese ha dovuto incassare nel momento dell’assegnazione a Lucerna dei Mondiali assoluti di canottaggio del 2027. Un ko che, fatta la doverosa premessa che non si è perso contro chiunque, ma in una sfida con la riconosciuta e storica capitale del remo qual è il bacino del Rotsee, lancia un nuovo allarme sul quel che il Varesotto dello sport è stato e non riesce più ad essere salvo che in pochi ed estemporanei exploit. Sull’arrivo dei Mondiali c’erano attese e speranze, perché l’assegnazione iridata avrebbe portato entusiasmo, prospettive e indotto. La sconfitta, invece, apre vecchie e nuove ferite. C’è tanto , anzi, troppo che non va e il futuro non offre luci in fondo al tunnel. Il problema? Principalmente le strutture, ma non solo. Il caso piscine ha del clamoroso e dell’avvilente: se anche Nicolò Martinenghi, un fresco oro olimpico, è costretto ad emigrare a Verona perché non ci sono impianti sul territorio dove possa quotidianamente prepararsi, che immagine si dà dello sport del Varesotto?
E il caso del campione non è isolato e, soprattutto, è una criticità che una star può risolvere con un trasloco: ma come possono fare le società di base che fanno reclutamento e formazione se non hanno a disposizione gli impianti?
Le strutture sportive del Varesotto, leggi piscine, palasport e stadi, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, sono tutte piuttosto datate e soffrono dell’incuria e della cattiva manutenzione di questi anni.
Qualche esempio? Lo stadio “Franco Ossola” cade a pezzi e la ristrutturazione sta seguendo un percorso lunghissimo, la sua pista è da tempo abbandonata togliendo, di fatto, una possibilità di avviamento al ciclismo.
E sempre in città, l’ippodromo Le Bettole è un caso che sta per esplodere. La stagione estiva è stata monca per le varie criticità che sono state evidenziate, sul futuro ci sono nubi nerissime all’orizzonte. Anche perché a mezz’ora da Varese c’è Milano San Siro che con una virtuosa opera fatta di investimenti, programmi e valorizzazione ha conquistato spazio e attenzione. Non è dunque un’impressione che mentre da altre parti si corre e si cavalca lo sport come volano di sviluppo e opportunità di crescita, qui ci si crogioli su una Varese città dello sport e pronta a sfruttarne i benefici, ma che in realtà rincorre con tanto affanno. Il progetto del grande centro federale del ghiaccio? Svanito dopo fiumi di parole.
Investimenti, programmi e idee: è quel che ci sta mancando da qualche tempo se, come è vero, l’impianto di alto livello più “attuale” della provincia è il palazzetto di Busto Arsizio che è datato 1997 e inizia anch’esso a mostrare i segni del tempo.
Con impianti malconci e strutture raffazzonate, diventa impossibile attrarre le grandi manifestazioni, ma non è solo questo il limite dello sport varesotto. La carenza di una struttura organizzativa che non sia di facciata (che ne è della “nuova” Varese Sport Commission?) e di una volontà politica che sappia andare oltre lo stanziamento dei contributi, non si va lontano. Portare sul territorio una tappa del Giro d’Italia diventa così qualcosa di epocale e difficilmente replicabile come pure organizzare eventi top e non solo amatoriali. Che, è vero, portano presenze e indotto, ma sono ben lontani da una autentica valorizzazione nel tempo. C’era una volta la Grande Varese? Purtroppo è il caso di scriverlo perché per le ragioni che abbiamo elencato s’è smesso di progettare, costruire, migliorare e di pensare in grande. E se il capoluogo se la passa maluccio, anche a Busto serve una spinta. Tolto dall’orizzonte il palaghiaccio e programmato il palaginnastica con tempistiche da “Fabbrica del Duomo”, il crack della piscina Manara è un colpo durissimo per la capitale del sud della provincia aggrappata a Pro Patria e Uyba. Restano le altre realtà: Castellanza fa miracoli di accoglienza col vecchio PalaBorsani e Olgiate ha un gioiellino nel nuovo PalaMago. Troppo poco però per essere la provincia dello sport.
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