DOPO LA RISSA
Coltellate a Varese? Il testimone non riconosce Limido
In Tribunale la deposizione chiave del processo a carico del presidente dei Do.Ra.
«Non ricordo molto di quella sera, avevo bevuto 15 drink. Volete sapere se riconosco in aula qualcuno che era presente la sera della rissa? No, non riconosco nessuno». Alla fine il testimone tanto atteso, colui che in caserma aveva individuato nel book fotografico dei carabinieri l’immagine di Alessandro Limido, è arrivato in Tribunale a Varese. C’è voluto l’accompagnamento coattivo, con tanto di sanzione per non essersi presentato in precedenza.
E le sue dichiarazioni hanno segnato un altro punto a favore del leader dei Dodici Raggi, imputato di lesioni aggravate per aver partecipato a una zuffa che, una notte di agosto 2018 nei pressi di un locale lungo la Provinciale del lago di Varese, si concluse con l’accoltellamento di un ventenne - reato per il quale sono già stati condannati due giovani.
Limido ha sempre negato di essere stato lì («Quella notte ero a casa mia, possono confermarlo anche i carabinieri»). E pure i testimoni ascoltati nelle precedenti udienze hanno dichiarato di non averlo visto sul posto, come precisato anche dal militare che ha esaminato le immagini delle telecamere.
A inguaiarlo, appunto, il riconoscimento da parte di un amico del ragazzo ferito; riconoscimento che, dopo diversi rinvii, non è stato però confermato in aula.
Insomma, per la difesa ci sarebbe stato uno scambio di persona, a causa della somiglianza tra l’imputato e diversi componenti della sua cerchia di amici.
Chiusa l’istruttoria, si tornerà in aula a settembre, quando il giudice Davide Alvigini pronuncerà la sentenza.
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