ROMA
Corte Conti, criticità di metodo riduzione liste d'attesa

(ANSA) - ROMA, 19 NOV - "Criticità nella metodologia
adottata, basata su dati autocertificati da parte di Regioni e
Province autonome che appaiono non omogenei". Questo quanto
emerge dall' analisi sulla Riduzione delle liste di attesa
relative alle prestazioni non erogate durante l'emergenza Covid,
approvata con delibera dalla Sezione centrale di controllo sulla
gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei
conti, in cui si sottolinea "il mancato utilizzo di flussi
informativi nazionali e di sistemi informativi strutturati, allo
stato non disponibili". E rileva che dal 2020 al 2024 sono stati
stanziati 2 miliardi per ridurre le liste.
Il documento, di 180 pagine, redatto dalla magistratura
contabile, evidenzia in particolare le "difficoltà incontrate
dal ministero della Salute nello svolgimento delle attività di
coordinamento e monitoraggio, sia sul versante della verifica
dell'avvenuta programmazione, sia per quanto attiene alla
capacità delle autonomie territoriali nel comunicare
tempestivamente il grado di raggiungimento degli obiettivi da
esse programmati". I dati trasmessi, infatti, da Regioni e
Province autonome, specifica la Corte "risultano spesso parziali
e disomogenei e, dunque, non confrontabili fra loro per le
diverse metodologie applicate alle stime dei ricoveri e delle
prestazioni non erogate, con informazioni che non forniscono
sempre quadri aggiornati e completi, dai quali potrebbe emergere
un utilizzo regionale delle risorse stanziate maggiormente
orientato al ripianamento dei disavanzi sanitari e a un
abbattimento solo residuale delle liste di attesa, stante
l'ampia finalizzazione prevista dalla normativa vigente che
potrebbe indurre le Regioni ad operare in tal senso".
Non risulta, inoltre, rileva la Corte, un meccanismo di
acquisizione dati che consenta di valutare l'effettiva
applicazione da parte dei soggetti attuatori delle misure
previste in materia e, soprattutto, "per verificare il corretto
utilizzo delle risorse finanziarie messe in campo con la
fiscalità generale".
Tra i dati citati nella relazione, quello relativo al 4/o
trimestre del 2022 quando la spesa rendicontata a consuntivo
ammontava a circa il 70% del totale, pari a 348 milioni di euro
su uno stanziamento di 500milioni di cui un importo massimo di
150 milioni da utilizzarsi per coinvolgere le strutture private
accreditate.
Nelle conclusioni, quindi, la Corte auspica "lo sviluppo di
un apparato organizzativo e informativo per il monitoraggio sul
conseguimento degli obiettivi in materia, viste anche le risorse
stanziate, proprio di recente, per la riduzione del fenomeno".
(ANSA).
© Riproduzione Riservata