DA GUSTARE
Nopal, il cactus nel piatto

Mangiare un cactus: roba da matti o realtà? Alla fine, senza magari accorgersene, un parente della famosa pianta grassa del deserto, appartiene già da secoli alla nostra dieta mediterranea.
Si tratta del fico d’India, una delizia che in Italia cresce soprattutto in Sicilia, Sardegna, Calabria e Puglia. Il fico più spinoso al mondo viene utilizzato per creare succhi, liquori, gelatine marmellate, dolcificanti, ma anche le pale, più propriamente i cladodi, che possono essere mangiati freschi, in salamoia, sottoaceto, canditi, sotto forma di confettura.
Ma, di recente, nelle cucine europee e italiane, si è sviluppata una nuova moda, ovvero quello di cibarsi con un cactus vero e proprio.
Il nopal del Messico dove se lo mangiano da secoli. D’altronde, nelle terre assolate del Messico e degli Stati Uniti del Sud, dove il terreno arido non garantisce un’agricoltura prospera, nel corso dei secoli l’uomo ha imparato a valorizzare quello che c’è. Insomma: o si mangia la minestra o ci si butta dalla finestra. E, in quelle zone oltre l’Oceano Atlantico, la minestra ha le spine.
Così, senza saperlo, in quell’area dell’America sono cresciuti a «pane» e nopal, un superfood buono e benefico. I primi a scoprire le proprietà nutrizionali del nopal furono i Maya e, poi, dopo lo sbarco di Cristoforo Colombo, i colonizzatori europei, come capitato per altre piante, portarono nel Vecchio Continente questi frutti considerati fin da subito delle prelibatezze esotiche.
Il nopal è la foglia di una pianta selvatica della famiglia dei cactus e dei fichi d’India, il cui nome scientifico è Opuntia, che cresce al confine fra Messico e Stati Uniti d’America. Le sue caratteristiche ne fanno una vera e propria bomba energetica per il nostro organismo, viste le sue proprietà gastronomiche, mediche e cosmetiche, derivanti dalle foglie con i loro semi, ricchi di elementi nutritivi preziosi. In particolare, il nopal è ricco di sali minerali, potassio, ferro, magnesio, calcio e manganese, ma anche di un alfabeto di vitamine, come la A, B, C, e K, oltre che di fibre. Queste ultime, per esempio, lo rendono un prodotto ottimale per aiutare i problemi intestinali di digestione, di colon irritabile, ma anche per aiutare nei casi di colesterolo e di diabete, come effetto dell’aumento della diuresi e dell’equilibrio degli zuccheri nel sangue.
Inoltre, grazie all’alto contenuto di vitamine, rafforza il sistema immunitario. Inoltre, secondo un’indagine condotta dalla Tulane Health Sciences Center di New Orleans, una zona dove il nopal lo conoscono bene, dimostra infatti che questo cibo aiuta a ridurre i sintomi postumi di una sbornia e la può anche prevenire. Ma per essere efficace, è necessario prenderla circa cinque ore prima del consumo.
Oltretutto, con il nopal si può dare vita a una serie di ricette creative e dal sapore bailado e latino, irresistibili per il palato. L’accortezza principale da tenere a mente, quando si prepara il nopal, è di pulirlo con cura, eliminando tutte le spine e lasciandolo liscio e innocuo. Altrimenti sono guai. Una volta pronto all’uso, si possono preparare ricette più classiche, come il succo, o la marmellata, preparata esattamente come fosse quella di fichi, ma anche una grigliata di foglie, gustosa e leggera, o insalatone condite a scelta, con cipolle, pomodori, cetrioli, tonno, per piatti estivi, nutrienti e sfiziosi. Il tutto con un ingrediente che stupisce.
Con il nopal si possono preparare anche ricette più creative, come ad esempio addirittura una parmigiana, in cui alle melanzane si sostituiscono le foglie messicane, o per varie frittate. Inoltre può anche essere un ingrediente gustoso se aggiunto a un piatto unico di quinoa, mais, pollo, o un contorno diverso se passati in padella con aglio, cipolla e pomodoro, magari accompagnati da una salsa messicana per chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare fra l’Oceano e il golfo affacciato sui Caraibi.
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