TRIBUNALE
Processo per stalking: “Manfrinati era esasperato”
Udienza oggi a Varese, ascoltati i testimoni portati dalla difesa

Oggi al processo a Marco Manfrinati per atti persecutori davanti al giudice Luciano Luccarelli è stato il giorno dei testimoni della difesa. La sentenza, ormai, è vicina: l’ultimo teste sarà sentito nel corso dell’udienza del prossimo 9 aprile e subito dopo ci saranno discussione e, forse, il verdetto. Nel frattempo, lunedì 31 marzo, Manfrinati comparirà anche davanti al gup Marcello Buffa per l’udienza preliminare relativa a quel che accadde lo scorso 6 maggio: il tentato omicidio dell’ex moglie Lavinia Limido e l'omicidio del padre di lei, Fabio, ucciso a coltellate in via Menotti a Varese. Anche nel processo per stalking, per fatti avvenuti nella prima metà del 2023, parte offesa e parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Fabio Ambrosetti, è Lavinia, insieme alla madre Marta Criscuolo. Oggi, tra gli altri, sono state chiamate a deporre dal difensore dell’imputato, l’avvocato Fabrizio Busignani, la psichiatra forense Stefania Zeroli, che è stata consulente di parte in un procedimento civile, e la madre di Manfrinati, Paola. La prima ha detto che Manfrinati era “lacerato e in uno stato di prostrazione estrema”, dopo che Lavinia l’aveva lasciato portando via il figlio, perché non poteva vedere il bambino. E ha accusato la famiglia Limido-Criscuolo “di aver fatto diventare una normale separazione una tragedia”. “Marco non aveva più amore per la vita a causa della separazione dal figlio - ha aggiunto la madre -, era provato dal punto di vista psicologico e fisico. Sarebbe bastato fargli vedere il bambino per farlo stare meglio, ma loro volevano che Marco arrivasse a suicidarsi”.
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