TAGLIO DEL NASTRO
Della natura e dell’arte
Oggi l’inaugurazione della mostra a Busto Arsizio

Quattro gli spazi deputati ad accogliere le opere di altrettanti artisti con lavori che vanno dall’installazione alla fotografia, dall’illustrazione alla pittura, nell’ambito della quinta edizione Della Natura e dell’Arte, ideata e curata da Cristina Moregola, che inaugura domenica 29 settembre alle 17. L’intervento di Enrica Borghi concepito per l’evento, collocato al primo piano della Fondazione Bandera, trae origine da una componente manuale dalle profonde radici, quando da bambina osservava il nonno, uomo di montagna, modellare il legno. Nel corso degli anni Borghi arricchirà tale capacità maturando al contempo una solida concettualità a partire dagli studi al liceo artistico Casorati di Novara e poi all’Accademia di Brera dove risulterà fondamentale l’incontro prima con Alik Cavaliere, che oltre all’aspetto pratico la indirizzerà ad approfondire lo studio della storia dell’arte, poi con Cascella. Nelle opere in mostra alcune posate a terra, altre a parte comprese in Verde Petrolio, si coglie come sia l’utilizzo dei materiali di scarto ad alimentare la sua creatività, con l’uso della plastica soprattutto. Appare chiara la cadenza del gesto compositivo, la sensibilità del tatto, la continuità nel frammentare, tagliare, accostare, intrecciare forme tra loro differenti, sino a dare vita a fantastiche oasi che paiono immaginate da un nomade visionario, ma anche a labirinti dai quali non si vorrebbe mai uscire tanta è la fascinazione di un continuo perdersi. Con il trascorrere delle ore il mutare della luce permea le opere di Borghi evidenziando di ognuna rilievi e profondità. La tattilità definisce la successione di foto in bianco e nero di Elena Apollonia Campus, in mostra alla A&A Studio Legale, dando vita a Tra i Solchi, Tenero Sentire. La mano dell’autrice, ritratta sempre in primo piano, si tende verso cortecce, arbusti, rocce, tappeti di muschio e sassi arrivando a definire affinità tra lei a quanto le sta attorno. Come ai primordi della creazione la mano della fotografa fa propria l’essenza degli elementi naturali definendo di ognuno la sostanza e la misura. Ad accogliere Come gli alberi dell’illustratrice Alessia Roselli è lo spazio al piano terra della Fondazione Bandera. Il segno dell’autrice rivela profonda empatia tra l’incanto fiabesco e l’entità descrittiva delle forme. Con tratto delicato, ma al tempo stesso definito, Roselli invita il visitatore ad una percorrenza animistica. Il vento che percuote le fronde e a tratti stacca le foglie dai rami pare rimandare, oltre ai moti della natura, anche a metafore esistenziali dove a volte è la forza destino a tracciare o frammentare le trame degli umani. È la Galleria Cristina Moregola a ospitare Grand Hotel, ciclo di opere eseguito appositamente da Giovanni Frangi per l’evento, a testimonianza del rapporto mai interrotto tra l’artista e la natura. Ispirandosi alla Hydrangea, il cui nome deriva dagli studi di alcuni naturalisti che nel 1700 classificarono scientificamente alcuni organismi viventi, Frangi con sguardo a volo d’angelo anima le opere, di medio e grande formato, con sussurrate cadenze cromatiche dando vita a una sospensione spaziale di soave lievità onirica. Il misurato fluttuare delle forme tende inoltre a tradurre l’atto dinamico della creatività. Ad accompagnare la personale c’è un libro d’artista entro il quale appare cadenzata la continuità di 64 particolari ravvicinati, quale diretto rimando alle opere in mostra.
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