IL RILANCIO
Donazioni e trapianti: sanità da rivedere

Nonostante si sia verificato, dopo il Covid, qualche segno di ripresa, lo scorso anno in Italia il numero complessivo dei trapianti ha toccato faticosamente quota 3887, a fronte di una lista di attesa che superava gli 8mila pazienti, con un tasso medio negli ospedali di opposizione alle donazioni d'organo del 28 per cento. Dati che confermano quanto resti da fare, al più presto, per quanto riguarda le donazioni e i trapianti di organi, tessuti, cellule. È indispensabile che Parlamento e Governo operino insieme per assicurare all’Italia un quadro normativo e gestionale migliore in questo importante settore della sanità.
«NUMEROSI PAZIENTI IN ATTESA»
«Con un numero così elevato di pazienti in attesa per un trapianto, è assurdo che l’orientamento della popolazione rispetto alla donazione di organi non sia espressione di una cultura dominante, visto che solo 14,5 milioni di persone hanno certificato su un documento di riconoscimento la propria volontà di donare»: fa presente la senatrice Elisa Pirro, promotrice dell’Intergruppo con parlamentari di varie aree politiche. Come primo atto verrà richiesto l’aggiornamento della Legge N°91/99 su cui opera il Centro Nazionale Trapianti (CNT). È stato anche preso in considerazione il Manifesto elaborato dal Comitato per l’equità di accesso alla donazione e trapianto organi, tessuti e cellule, promosso dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB), edita da Altis.
«NECESSARIO COSTRUIRE UN PROGRAMMA COMUNE»
«Il percorso che ha accompagnato in questi anni l’impegno nel campo della donazione d’organo e dei trapianti ha visto come protagoniste anche le associazioni dei pazienti - sottolinea Teresa Petrangolini, coordinatrice del Comitato di Equità - oggi è necessario rilanciare questo impegno sui vari fronti, dalla semplificazione all’ammodernamento dei vari passaggi, con particolare attenzione alla delicata questione della donazione. Il Comitato è nato proprio per questo: costruire un programma comune con il mondo associativo per fornire un forte supporto alla politica dei trapianti, perché risponda sempre di più alle esigenze di salute dei cittadini italiani». Infine, un’attenzione particolare dovrà essere riservata alla necessità di rendere uniformi e omogenee su tutto il territorio nazionale, superando il gap delle regioni meridionali rispetto a quelle del Nord.
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