EDAMAME
Lo snack cool arriva dal Giappone

In Italia l’aperitivo classico prevede patatine, affettato, al massimo qualche tartina, pasta, polpetta, in tutto chiaramente innaffiato da Prosecco, drink o succo di frutta. E in Giappone? C’è l’edamame: il fagiolone salato, che viene mangiato uno dietro l’altro, come se fossero delle noccioline. A prima vista è un po’ borlotto e un po’ fava. Ha un nome difficile, ma un gusto semplice e buono. È l’edamame, appunto: colore verde chiaro, viene usato principalmente nella gastronomia di Giappone e Cina, ma sta prendendo piede anche a casa nostra.
Il nome giapponese edamame significa letteralmente “fagiolo dello stelo”, perché i fagioli vengono di solito cucinati, contrariamente a quelli “occidentali”, mentre sono ancora attaccati allo stelo: e quindi lessati o cotti al vapore, come da tradizione orientale, senza essere estratti dal baccello e quindi serviti raffreddati o talvolta caldi. Il sistema più comune è comunque quello di raffreddarli, cospargerli di sale, prenderne uno con entrambe le mani, portare il lato concavo sulle labbra e schiacciare il baccello facendo entrare in bocca il fagiolo. Questa pratica, considerata come antistress dai giapponesi, è addirittura diventata un giochino per grandi e bambini che si chiama Bandai e riproduce proprio questo movimento.
Sempre a Tokyo e dintorni vengono spesso consumati come spuntino e accompagnati con la birra mentre, al di fuori dell’Estremo Oriente l’edamame si trova talvolta nei ristoranti giapponesi e cinesi, spesso servito per accompagnare un aperitivo. Insomma, da noi, prima di pranzo o cena, ci si ingozza al buffet del bar. Laggiù, invece, assieme al corrispettivo dello Spritz del Sol Levante, servono i fagioloni.
Evidentemente, però, sono buoni e piacciono anche ai palati occidentali. Tant’è che la produzione di edamame negli Stati Uniti e nel Regno Unito si è diffusa nel XX secolo, mentre in Italia dai primi anni del XXI secolo viene prodotto in quantità limitata solo nella zona del delta del Po.
COME CUCINARLI
I fagioli di soia sono dei legumi a tutti gli effetti. Si trovano in commercio in genere congelati e precotti e basta cuocerli per pochi minuti in acqua bollente per poi essere consumati. Attenzione alla cottura prolungata che li danneggia e li rende troppo morbidi. La loro caratteristica è proprio la croccantezza.
Se si trovano freschi e con il loro baccello, si possono cucinare al vapore interi e poi salarli con fiocchi di sale o sale grosso. Vanno bene sia cotti sia per preparare delle insalate fredde insieme ad altri legumi e verdure di stagione o anche per le zuppe calde.
I baccelli in genere non si mangiano, ma se sono molto piccoli e teneri possono essere utilizzati all’interno di zuppe e verdure al vapore.
Chi preferisce il loro lato croccante e saporito, può arrostirli con un po’ di olio, sale, pepe e chili. Si mischia tutto insieme, con un po’ di olio su un tegame e infornando per circa 30/40 minuti a circa 180 gradi.
PROPRIETÀ
Come avviene per gli altri prodotti alimentari derivati dalla soia, sono un’ottima fonte di proteine complete. Un esempio: consumando solo 100 grammi di edamame, ci si nutre del 22% del fabbisogno proteico giornaliero, basata su una dieta di 2.000 calorie che è quella consigliata dai medici.
Inoltre, tra i micronutrienti che possono essere trovati nella soia ci sono minerali come calcio, ferro, fosforo e sodio, e vitamine B e C. In aggiunta, questi grani sono ricchi di antiossidanti, che aiutano a mantenere il sistema immunitario forte e di isoflavonoidi bioattivi che sono determinanti per il benessere del corpo e hanno anche proprietà antitumorali.
Infine hanno anche un alto contenuto di fibra, essenziale per il corretto livello di digestione e la diminuzione del colesterolo. Insomma, tutto l’opposto dei grassi e carboidrati che abbondano nelle pietanze degli aperitivi occidentali.
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