EDUCAZIONE
Fido, buon cittadino a quattro zampe

Sempre meno relegati a guardiani di case e giardini, i cani seguono ormai ovunque i loro padroni: a spasso per la città, nei negozi, al bar a bere il caffè o al ristorante per cena. Non a tutti però piace avere a che fare con loro e una volta varcata la soglia di casa, è bene rispettare alcune regole e adottare comportamenti “da buon cittadino”, anche se con quattro zampe.
Alcune norme sono dettate dalla stessa legge, altre invece dal buon senso e servono ai padroni per vivere meglio i momenti di socialità, per le persone che si incrociano e soprattutto per i cani che non sempre sono a loro agio in contesti che non gli appartengono. Per venire incontro a questa nuova esigenza di cani e padroni, ci sono addirittura dei corsi specifici per aiutare Fido ad essere un buon cittadino a quattro zampe.
Partiamo dalla legge. Non sono molte le responsabilità a cui sono chiamati i padroni e si parte dalle dotazioni base per uscire di casa. Il cane deve essere condotto sempre al guinzaglio che deve avere una lunghezza massima di 1,5 metri. Non deve obbligatoriamente indossare la museruola, ma i padroni dovrebbero sempre averne una con se, soprattutto se si utilizzano mezzi pubblici. E non dovrebbero mai mancare nemmeno i sacchetti per raccogliere i bisognini: è obbligatorio ripulire il suolo pubblico dopo che Fido ha sporcato. Detto questo, non basta certo rispettare tre semplici regole per essere considerati dei buoni cittadini a quattro zampe. Un cane che salta sulle persone al bar, che allunga il muso nei tavoli accanto al ristorante, o fa pipì per le vie dello shopping, oltre a rappresentare una scocciatura per il padrone che lo deve gestire, è fastidioso per chi ne subisce la presenza. Perché la convivenza con i cani sia serena per tutti, ci sono degli accorgimenti che si possono adottare. Primo fra tutti quello che riguarda i bisogni dei cani. Portare a spasso un cane quando facciamo le commissioni non deve coincidere anche con il momento dei bisognini di Fido. Prima di varcare la soglia di una zona pedonale si possono dedicare dieci minuti, magari in un parco, in cui lasciare che sia il cane a condurre la passeggiata, annusando qua e là e si svaghi per poi essere pronto a seguire il padrone senza avere necessità di alzare la zampe sulle colonne dei portici e sui muri dei palazzi.
Sembra brutto parlare di educazione, ma è quella che si richiede in contesti pubblici alle persone e serve ai cani soprattutto per meglio affrontare contesti che non sono propriamente i loro preferiti. Andare al ristorante, per esempio, non è sicuramente tra le attività preferite di Fido. Restare immobili sotto il tavolo, bombardati dagli odori di cibo (l’olfatto del cane è centinaia di volte più sensibile del nostro) è una dura prova. Ci sono cani che non hanno problemi a farlo, altri per cui creare un diversivo è fondamentale. Abituarlo ad una sorta di comfort zone, delimitata da una coperta da appoggiare a terra in cui lasciare qualcosa da sgranocchiare può mettere il cane più a suo agio e distrarlo dal contesto. Per i cani di piccola taglia, ancora meglio, è l’abitudine al trasportino. Quella che può sembrare la costrizione in gabbia in realtà, se correttamente presentata al cane, non è altro che una cuccia, uno spazio in cui sentirsi al sicuro e riposare, anche in contesti di confusione. Lo stesso vale per quando si entra in un bar. Un cane che inizia a tirare il padrone per il locale, per raccogliere le briciole delle brioche sotto il bancone, può infastidire gli altri avventori. Avere dei croccantini, dei biscottini o dei premietti da dispensargli lo spingerà a restare più volentieri accanto a voi mentre bevete il caffè. Questi sono solo alcuni “trucchetti” che possono rendere meno complicata la gestione di un cane in questi contesti, ma ce ne sono molti altri, materia di specifici corsi di educazione cinofila dedicati ai cani che vivono in contesti cittadini e che ormai tutti i centri propongono, con il rilascio anche di un patentino.
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