GIOVENTÙ VIOLENTA
Gallarate: «Basta uno sguardo». E scatta la rissa
Un sabato mattina alla stazione tra i ragazzi che si pestano. «Tre canne cinque euro»
«Un motivo vero e proprio a volte non c’è. Basta che uno dica: “Che cazzo guardi?”. Tu rispondi e parte. Poi quando vedi che si sta picchiando un tuo amico, ti metti in mezzo».
I SEGNI REALI
Gallarate, zona stazione, primissimo pomeriggio del sabato dei Morti. Mentre negli ultimi giorni sui social è scattato un invito a pubblicare “tutte le risse” della città, sulle strade non si fa fatica a intercettare i segni reali della violenza che coinvolge i giovanissimi. Uno, snello e loquace all’angolo tra via Beccaria e corso 25 Aprile, ha un occhio pesto. «Erano tre contro uno, adulti. Ero seduto, non me l’aspettavo», spiega. E dice che s’è difeso. «La mamma? Si è arrabbiata».
Un altro è tra quelli finiti nel parapiglia avvenuto a metà ottobre lungo i binari. Un altro ancora racconta invece di essersi trovato con la milza rotta a Ferragosto di un anno fa, al termine di una rissa scaturita durante una gita al lago. Per una sigaretta negata. «Sono passato per quello che ha fatto partire tutto e mi hanno dato i lavori socialmente utili», si lamenta.
SASSATA IN TESTA
Nessuno dei ragazzi che ci raccontano la propria storia vicino alla stazione abita a Gallarate, tutti si spostano via treno. Quasi tutti sono minorenni, tranne quello che dice di essere finito nei guai con l’accusa di aver rubato una catenina d’oro la sera che fuori da una discoteca del Varesotto un altro si è preso una sassata in testa. «Ma che senso ha? Ho fatto restituire un telefono, perché avrei dovuto rubare una collana?», obietta. Prosegue il ragazzino con l’occhio nero: «Cosa ci posso fare? È già buona che non l’ho ucciso».
PER UN EURO
Tutti hanno la propria versione e i propri distinguo da mettere in evidenza. Le storie che ci raccontano sono comunque nate da motivi che, visti da fuori, sembrano nulla. Come quella avvenuta lungo i binari qualche settimana fa. «Un amico ha chiesto un euro a un signore sul treno che avrà avuto 25 anni e questo l’ha aggredito, la cosa è continuata giù dal treno e la persona che aveva cominciato è scivolata sui binari», la ricostruzione di uno dei giovanissimi protagonisti.
LE COSE IN PIÙ
Chiediamo il prezzo dello spinello che uno del gruppo sta rollando: per tre canne, 5 euro. Lui ne fuma fino a tre in un giorno. «Ma facciamo un po’ ciascuno», precisa. È maggiorenne e prosegue a proposito delle risse: «Da mangiare a tavola non manca a nessuno di noi, il problema sono le cose in più. Un certo tipo di scarpe per esempio, cose così. Se tu non te le puoi permettere te lo fanno pesare. Già alle medie, magari. Allora pensi di portargliele via». Domandiamo se piuttosto che stare in giro a picchiarsi non ci sia niente di meglio. «Spesso andiamo a giocare a calcio in qualche campo libero, nei paesi della zona ce ne sono diversi», risponde uno. «Avere un posto dove stare sarebbe bello, però il discorso sarebbe lungo. Un posto dove ci si possa fare le canne».
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