LA RASSEGNA
Gallarate: Carrisi a Duemilalibri fra thriller e ipnosi
Con “La casa dei silenzi” riprende il personaggio di Pietro Gerberon
Le atmosfere della Milano degli Anni Settanta e Ottanta che racconta in “Canti di guerra” (Mondadori), Stefano Nazzi, autore anche del seguitissimo podcast “Indagini”, «un po’ le ricordo, mi ricordo quella Milano in cui, se andavi in centro, c’erano insegne di locali notturni che ora non ci sono più e che erano frequentati anche da criminali. Ma poi in più c’è tutta la documentazione processuali, libri, articoli del tempo su quello che Francis Turatello, Renato Vallanzasca e Angelo Epaminonda facevano, sulle bische, su quello che avveniva, le guerre fra di loro che furono sempre costanti e pesanti».
Proprio Turatello, Vallanzasca ed Epaminonda sono i tre personaggi di cui parla il libro, con quella ricostruzione precisa tipica di Nazzi, che l’autore presenterà mercoledì 13 novembre alle 21 all’Hic di via De Magri a Gallarate in occasione del festival Duemilalibri.
Rassegna che, se mercoledì pomeriggio alle 18.30 avrà spazio per Matteo Saudino con “Star Wars e la filosofia” (Vallardi), nella serata odierna, martedì 12 ha invece parlato di thriller con uno dei maestri italiani del genere, Donato Carrisi e il suo “La casa dei silenzi” (Longanesi), che riprende il suo personaggio di Pietro Gerber, che lavora sui bambini con l’ipnosi, e che rappresenta una trilogia iniziata con “La casa delle voci”.
«Siamo sempre stati scettici sull’ipnosi – ha esordito Carrisi nella presentazione nella Sala Arazzi del Maga – forse perché siamo cresciuti con i maghi televisivi e forse abbiamo pensato che l’ipnosi avesse più a che fare con lo spettacolo che con la mente. Temevo, ai tempi di “La casa delle voci”, che scrivere un romanzo su questo non sarebbe stato credibile e, prima di scriverlo, ho voluto sperimentare l’ipnosi. E ho capito che non è una perdita di coscienza, ma un acuirsi di determinati sensi, un’esplorazione molto intima».
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