IL PIANO
Gallarate, ecco il futuro dell’ospedale
In anteprima il documento della maggioranza di centrodestra per l’utilizzo del complesso del Sant’Antonio Abate. Non solo sanità
Ecco in anteprima assoluta il documento della maggioranza di centrodestra sull’ospedale di Gallarate che supera la mozione presentata nell’ultimo Consiglio comunale dai gruppi di minoranza, per la quale è già stata presentata richiesta di un consiglio comunale straordinario. Vengono tracciate le linee per il futuro del Sant’Antonio Abate una volta che sarà operativo l’ospedale unico Busto-Gallarate.
La lettera è indirizzata al sindaco Andrea Cassani, ai vertici di Regione, Asst Valle Olona e Ats.
Di seguito il testo completo.
«I sottoscritti capi gruppo dei gruppi Consiliari del Consiglio Comunale di Gallarate: Lega Salvini Lombardia – Lega Lombarda, Lista Civica per Cassani Sindaco, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Centro Popolare Gallarate-Il Popolo della Famiglia-Rinascita della D.C., a nome dei rispettivi Gruppi Consiliari, sottopongono all’attenzione le seguenti proposte per il futuro riutilizzo dell’attuale sedime ospedaliero del Sant’antonio Abate di gallarate.
Premessa. Riteniamo innanzitutto di dover sottolineare la necessità che il futuro utilizzo dell’attuale ospedale di Gallarate preveda quelle “funzioni sanitarie territoriali” indicate nell’art.15 dell’Accordo di Programma per il nuovo ospedale già sottoscritto e che pertanto il nuovo Accordo di programma specifico in definizione ne indichi le puntuali destinazioni. E’ evidente che l’attuale sedime (superficie fondiaria di oltre 26.000 mq., parcheggio escluso), interamente dedicato alla attività sanitaria, con la realizzazione del Nuovo Ospedale, non potrà più essere occupato dalla sola nuova attività sanitaria (e socio-sanitaria) da prevedersi, perché quest’ultima non è sufficiente per sostituire le attività che saranno dismesse. Il riutilizzo futuro, cioè a Nuovo Ospedale attivo, del sedime dell’attuale Ospedale di Gallarate (e delle strutture ad esso connesse) dovrà pertanto essere pensato con una visione più ampia ed allargata che non la sola visione sanitaria».
«Si può pensare - prosegue il documento - che il Sant’Antonio Abate di domani possa essere concepito quindi con una doppia vocazione:
come un luogo aperto a tutte le istanze che afferiscono alla assistenza sanitaria territoriale, alla assistenza socio-sanitaria, alla assistenza sociale del territorio di riferimento; come ambito di rigenerazione urbana dove, in considerazione delle dimensioni e della collocazione nel Centro cittadino, possano trovare spazio nuove forme abitative e residenziali, spazi commerciali, aree verdi, nonché spazi ad uso didattico/formativo».
«Le proposte. Casa di Comunità Hub e Spoke. Prendiamo atto della scelta di ASST Valle Olona di prevedere l’insediamento della Casa di Comunità Hub nello stabile di Corso Leonardo da Vinci e della Casa di Comunità Spoke nello stabile di Villa Sironi. Ci preme evidenziare la necessità che entrambe le strutture sanitarie entrino quanto prima possibile realmente a regime e che prevedano quanto finora già previsto: Servizio di Continuità Assistenziale, Consultorio, Centro Vaccinale, PUA/CUP, Servizi Amministrativi (scelta e revoca, protesica, ecc.), fornitura presìdi ADI/Cure Palliative domiciliari (letti antidecubito, sollevatori, pannoloni, ecc.)».
«Ospedale di Comunità e Padiglione Boito. Riteniamo non percorribile né idonea la collocazione del previsto Ospedale di Comunità nel Padiglione Boito che, oltre ad essere gravato da vincoli imposti per la sua natura di architettura storica e di pregio, risulta essere mancante dei requisiti strutturali, tecnologici, antisismici. Proponiamo che l’Ospedale di Comunità, con un totale di n. 40 posti letto, trovi collocazione nell’Ala Est del Padiglione Polimedico (via Bonomi) o nel Padiglione Trotti Maino. Il Padiglione Boito potrebbe più realisticamente essere destinato ad un utilizzo come Spazio Museale, sede di Associazioni del terzo settore attive in ambito sanitario, spazi con funzioni Didattico/Formative».
Cittadella della salute. Con riferimento in particolare alla prima delle due “vocazioni” indicate in premessa, proponiamo che nel medesimo stabile - Padiglione Polimedico (SLP di circa 2.500 mq) o Padiglione Trotti Maino (SLP di circa 9.000 mq) - vengano previsti una serie di servizi che possano costituire una sorta di Cittadella della salute, quale punto di riferimento per i bisogni socio – sanitari della popolazione. In essa potrebbero trovare opportuna collocazione: un Poliambulatorio, pensato come una vera e propria struttura ambulatoriale specialistica in cui possano visitare (in regime di SSN ma anche di libera professione) tutti gli specialisti operanti all’interno della ASST e nella quale possa essere fatta una diagnostica di base ad esempio cardiologica (ECG/ECO/HOLTER), neurologica (EEG/POTENZIALI EVOCATI), ginecologica (ECO/PAP test, ecc.); un servizio ambulatoriale afferente all’area delle cronicità (ad es. pazienti diabetici, terapia del dolore ecc.); l’attuale servizio di Radiologia (già in funzione nel Trotti Maino) per la diagnostica ECO/RX/TAC/RMN ambulatoriale; un Centro Prelievi ripensato rispetto all’attuale di via Pastori ed in grado di servire efficacemente un bacino più ampio di utenti; una struttura di Riabilitazione e Rieducazione Funzionale (studi e palestre attrezzate, piscina) con la possibilità di valutazioni fisiatriche e trattamenti fisioterapici fisici (ginnastica) e strumentali (tecar, …); un Servizio CAD (Centro Dialisi Decentrato)».
«Si suggerisce inoltre di valutare la possibilità di mantenere, in questo ambito, anche attività di chirurgia ambulatoriale attualmente carenti sul territorio e riconducibili a patologie croniche (ad es. vulnologia, trattamento del piede diabetico e/o per la piccola chirurgia dermatologica, ecc.); si ritiene opportuno che i servizi che verranno offerti da questa Cittadella della Salute, prevedano un modello di accoglienza inclusiva dedicata ai pazienti con grande disabilità, che adatti il percorso diagnostico ambulatoriale alle loro esigenze specifiche, sul modello del Servizio D.A.M.A. (Disabled Advanced Medical Assistance) previsto nel Nuovo Ospedale».
«Un Centro Diurno Disabili: nel sedime dell’attuale Ospedale Sant’Antonio Abate riteniamo che si possa prevedere il futuro collocamento del Centro Diurno Disabili, qualora, nelle more della resa disponibilità dell’area, non venga prima individuata una diversa ed adeguata alternativa. L’attivazione della Cittadella della Salute come sopra proposta, con i relativi servizi ambulatoriali/diagnostici, oltre che rispondere alle esigenze del territorio, contribuirà a contenere il traffico pendolare sanitario da e per il Nuovo Ospedale, riducendone la congestione ed ottimizzandone l’accesso per le necessità e l’assistenza dei pazienti acuti».
«Palazzo Maino. La presenza di realtà didattico/formative di cui sopra (aule e/o scuole di formazione, sedi di Licei o Istituti universitari), potrebbe essere approfondita e sviluppata con riferimento alla previsione di un ITS Nuove Tecnologie per la vita (es. bioelettronica, biogreen e innovazione, biotecnologie industriali). Questa funzione potrebbe essere collocata anche in una parte del “Palazzo Maino” di Largo Boito, del quale è prevista l’alienazione. La presenza di un Istituto Tecnologico Superiore, si pone coerentemente in una visione più ampia delle sole finalità socio-sanitarie dell’intera area di cui trattasi».
«Utilizzo delle altre aree dell’attuale sedime del Sant’Antonio Abate. Con la realizzazione della proposta “Cittadella della salute” in uno dei due Padiglioni sopra citati, rimarrebbe a disposizione della proprietà una rilevante superficie fondiaria, per l’utilizzo della quale – posto che potrà avere destinazione ed utilizzo anche diversi da quello prettamente socio-sanitario – ci preme suggerire alcune indicazioni. La seconda vocazione di cui in premessa potrebbe infatti esprimersi attraverso un vero e proprio piano di rigenerazione urbana, che proponiamo venga definito attraverso un concorso di idee. Per l’utilizzo degli spazi suddetti, suggeriamo di considerare e valutare anche le seguenti proposte: Residenze per anziani e/o RSA; Spazi residenziali o semi residenziali per persone fragili/disabili. Progetti di Social Housing (o Cohousing sociale); Residenzialità volta anche a favorire l’insediamento di giovani coppie e famiglie. Tali spazi dovrebbero essere poi integrati con attività commerciali, aree verdi e altri servizi, parcheggi (tra i quali anche quelli da prevedere a supporto della Cittadella della salute)».
«Problematiche connesse al futuro riutilizzo dell’attuale sedime ospedaliero del Sant’Antonio Abate. Vogliamo infine porre attenzione in merito ad alcune problematiche di natura tecnico-economico-finanziaria, strettamente connesse ad ogni futura progettazione e a nostro parere di particolare rilevanza. Qualsivoglia previsione di diverso utilizzo e messa a reddito delle aree di cui al punto precedente, deve infatti a nostro parere essere affrontata considerando anche altri fattori in gioco. In premessa alle osservazioni e richieste che seguiranno, sottolineiamo tre aspetti: l’intera area di cui si tratta rientra di fatto nel centro storico della nostra Città e pertanto va ripensata considerando ogni impatto che potrà avere sia il suo nuovo utilizzo, sia il possibile - per quanto inaccettabile - prolungato abbandono post realizzazione del nuovo ospedale. La Città di Gallarate chiede innanzitutto a tutti gli Enti coinvolti che ciò che diverrà l’Ex Sant’Antonio Abate non subisca il destino di altre realtà simili per le quali non si è saputo procedere ad una tempestiva riconversione d’uso. Anche per questo motivo riteniamo importante portare ora il nostro contributo di proposte, ancorché l’operatività del nuovo ospedale sia prevista per il 2030».
«Il Sant’Antonio Abate è patrimonio di tutti i cittadini gallaratesi che – anche con le innumerevoli e sostanziose donazioni effettuate dal 1873 (anno di fondazione) ad oggi – l’hanno sostenuto e in qualche modo realizzato. A loro va restituito seppur sotto altra forma; l’Amministrazione Comunale deve tutelarsi affinché qualsiasi previsione di utilizzo futuro del sedime dell’attuale Sant’Antonio Abate, non gravi sulla finanza pubblica e sia ogni caso economicamente sostenibile. Ciò premesso, a nostro parere si dovranno considerare i seguenti aspetti e le correlate nostre proposte. Bonifica ambientale: un’area destinata da decenni a funzioni ospedaliere necessita sicuramente di importanti e complesse opere di bonifica. Chiediamo che l’importo derivante dai prevedibili e probabili ribassi d’asta per la realizzazione del Nuovo Ospedale, venga totalmente destinato a tali opere di bonifica dei sedimi degli attuali Ospedali di Gallarate e Busto Arsizio. Perizia estimativa: riteniamo imprescindibile l’accertamento sul reale valore degli immobili e delle aree di cui trattasi ed inoltre chiediamo che il Comune di Gallarate possa esercitare diritto di chiamata qualora fosse interessato all’acquisto di immobili e/o aree del sedime che dovranno essere cedute al prezzo di stima. Valorizzazione di immobili e spazi: tutto quanto l’attuale patrimonio immobiliare che troverà destinazione diversa da quelle “funzioni sanitarie territoriali” previste dall’Accordo di Programma per il Nuovo Ospedale, sarà evidentemente oggetto di valorizzazione attraverso vendita e nuova destinazione edilizia o di altro tipo. Chiediamo che al Comune di Gallarate venga destinato il 30% del valore stimato nonché un ulteriore 30% del plus valore derivante dalla vendita».
Il documento è stato sottoscritto da Lega Salvini Lombardia – Lega Lombarda, Evelin Calderara; Lista Civica per Cassani Sindaco, Michele Aspesi; Fratelli d’Italia, Luca Sorrentino;
Forza Italia, Calogero Ceraldi; CPG., Il Popolo della Famiglia-Rinascita della D.C, Luigi Galluppi.
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