DOPO LO SGOMBERO
Gallarate, gli sfollati: «Senza frigo per il cibo»
Prima notte complicata per le due famiglie alloggiate nella palestra. Cercano una casa in affitto: «Nessuno ce la dà»
Dopo lo sgombero da via Torino 8 ed una notte (ad oggi, venerdì 19 luglio, due) passata nella palestra delle scuole Dante, sui volti delle famiglie di Naser Lotfi (tunisino con una mogie e 3 figli) e Abouzeid Elazizi (egiziano con una moglie e 5 figli) si legge tutta la disperazione e lo sconforto di chi non sa cosa gli riserverà il futuro. «Per ora siamo qui e poi dove andremo? - si domandano - per favore aiutateci, ci serve una casa».
E tra il caldo, l’incertezza e l’aver lasciato una casa, la voglia o meglio, la necessità di trovare un luogo in cui stare, cresce sempre più. Nel pomeriggio di ieri, giovedì 18 luglio, è arrivato anche il sindaco Andrea Cassani per confrontarsi con loro. «Questa è una soluzione temporanea, ora c’è anche il mediatore a darvi una mano ma noi - ribadisce - non possiamo dare una casa a tutti, ci sono delle regole e delle graduatorie da rispettare».
NOTTE INSONNE
Nella palestra di via Marsala, a pochi passi dal centro, ci sono le brandine blu del Ministero dell’Interno e delle bottigliette di acqua fresca ad accogliere le due famiglie sgomberate dal civico 8 di via Torino. Una soluzione di emergenza pensata dal Comune che, fin da subito, non ha convinto le 12 persone (di cui 8 minori) che lì hanno passato due notti ed un giorno.
«La prima notte è stata davvero dura» raccontano i due capofamiglia con la voce rotta, «dentro la palestra fa davvero caldo, c’erano le zanzare e non avevamo nemmeno un cuscino o delle lenzuola».
Una nottata «complicata» soprattutto per i più piccoli, ancora spaventati dal dispiegamento di forze dell’ordine allertate per lo sgombero e tristi per aver lasciato la propria casa. «Non ci sentiamo nemmeno sicuri perché - evidenziano - non c’è una porta da poter chiudere la sera o anche di giorno se dobbiamo uscire».
Ed una soluzione potrebbe essere comprare un lucchetto ma, per i due capofamiglia quello che manca è quella sensazione di protezione che solo una casa ti può dare.
LE PRIME ORE
Adattarsi alla nuova realtà, seppure temporanea, non è facile. Come evidenziano Naser e Abouzeid, mancano le comodità basilari come un frigorifero dove mettere l’acqua o il cibo fresco ed una cucina in cui preparare qualcosa di caldo. «Per i pasti andiamo al supermercato a comprare cose fresche che non devono essere riscaldate e - spiegano - anche l’acqua la prendiamo poco per volta così resta fredda».
E se i bambini, almeno in parte, si possono svagare giocando a pallone o a rincorrersi, per i genitori l’ansia di non sapere cosa fare è «tanta».
Sorge spontanea una domanda: perché, sapendo dello sgombero, non vi siete mossi prima per trovare una soluzione? «Lo abbiamo fatto - rispondono - ma trovare una casa non è semplice, ci siamo rivolti a diverse agenzie immobiliari anche fuori da Gallarate ma non abbiamo avuto risposta». Ed il loro non è un problema di soldi. «Se ci dicono che c’è un appartamento libero noi andiamo anche domani perché - proseguono - abbiamo i soldi ed un lavoro, possiamo pagare senza problemi».
L’APPELLO
«Per favore aiutateci» una frase ripetuta più volte e che racchiude tutta la voglia di dare un futuro alle proprie famiglie: «noi vogliamo solo una casa dove poter vivere con le nostre famiglie, non ci importa la città basta avere un posto da chiamare casa. Perché nessuno vuole affittarci una casa?».
© Riproduzione Riservata