IL CASO
Gallarate si scalda sul futuro dell’ospedale
Il dibattito tra le forze politiche resta acceso. Il presidente del Consiglio comunale convoca una riunione dei capigruppo
Prima la riunione dei capigruppo, convocata per martedì 5 novembre, poi si vedrà. Dopo la commissione Sanità di martedì scorso, gli animi si sono accesi intorno al futuro dell’ospedale di Gallarate con l’arrivo dell’ospedale unico. Da qui un batti e ribatti tra le forze di maggioranza ed opposizione che - tra gli altri - ha portato alla richiesta di un Consiglio comunale aperto da parte del capogruppo del Pd Giovanni Pignataro.
Oggi, lunedì 28 ottobre, il presidente del Consiglio comunale di Gallarate, Marco Colombo, ha deciso di convocare una riunione capigruppo (ovvero un incontro a porte chiuse tra tutti i referenti dei gruppi consiliari) per poi decidere il da farsi.
LA SOLUZIONE EFFICACE
Una strada, quella della convocazione della capigruppo, che secondo il regolamento comunale è un passaggio obbligato prima di convocare un Consiglio aperto. In questo caso però, non è detto che sarà la strada che verrà percorsa.
Nei giorni scorsi infatti, Colombo aveva evidenziato la necessità di un confronto fra tutte le forze politiche per «trovare la soluzione più efficace per ottenere un risultato concreto». L’alternativa è quella di mettere in agenda un’altra commissione Sanità in cui presentare in maniera meno tecnica (come richiesto anche da molti politici e cittadini) quali saranno i servizi e gli ambulatori che resteranno a Gallarate e quale sarà il futuro delle strutture che oggi compongono il Sant’Antonio Abate. Una strada già paventata dall’esponente di FdI che non ha nascosto la necessità di un ulteriore momento di approfondimento per dissipare i dubbi e le perplessità.
PER IL BENE DELLA CITTÀ
Sul tema dell’ospedale cittadino è intervenuto anche il sindaco Andrea Cassani nell’appuntamento live del lunedì su Instagram “Caffè scorretto.” Il capo della giunta di centrodestra ha ribadito la sua posizione (espressa nel corso della commissione Sanità) ovvero continuare ad insistere affinché Asst preveda degli spazi più ampi da mantenere sul Sant’Antonio Abate e che Regione Lombardia (in accordo con la Asst) faccia in modo che i 40 posti dell’ospedale di Comunità vengano dislocati in modo più diffuso sul territorio.
C’è poi la questione della possibilità che si verifichi una speculazione edilizia - come puntualizzato da Pignataro - nel momento in cui si va ad attuale la rigenerazione urbana del sedime ospedaliero. «Nessuno potrà lucrare sull’ospedale e - aggiunge il sindaco - dobbiamo sperare che arrivi qualcuno a costruirci qualcosa per non ritrovarci degli immobili abbandonati e fatiscenti perché dove sono stati chiusi gli ospedali per ora sono rimaste strutture vuote senza nessuna funzione». Insomma il dibattito è tutt’altro che chiuso e, nonostante gli appelli all’unità, sembra che le posizioni delle forze politiche non riescano a trovare un punto di incontro ma restino su uno di scontro (o confronto acceso).
«Quello che posso fare è ragionare nell’interesse dei gallaratesi e non potendo neanche più ricandidarmi sindaco - conclude Cassani - io non sto amministrando facendo delle cose in un’ottica di ottenere un consenso quando ci saranno le elezioni, al contrario magari di qualcuno che fa campagna elettorale».
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