CHE FINE HA FATTO
Il Tatanka spacca difese ora si gode la pensione
Dario Hübner ha superato quota 300 gol in squadre non prestigiose, ha provato a fare l’allenatore ma non si è piegato ai compromessi

«Una vita da mediano... a giocare generosi... da chi segna sempre poco... anni di fatica e botte e vinci caso mai i mondiali...», canta Luciano Ligabue ispirato dal suo amato Lele Oriali (ovviamente, quello della lunga versione interista). Ecco, ha fatto fatica, tanta, botte ne ha prese e ne ha date il giusto, i mondiali non li ha vinti perché come dice lui alla sua epoca erano in tanti lì davanti e pure bravi, però, però è rimasto nella memoria di tutti gli amanti del calcio per la sua favola normale e al contempo entusiasmante: era un puntero, centravanti di potenza, capace di vincere la classifica cannonieri in C1, in B e in A addirittura a 35 anni. Il giusto compenso del destino per una carriera onesta costruita passo a passo. Parliamo di Dario Hübner. Il Tatanka in lingua Sioux o il Bisonte in italiano.
Partiva a razzo palla al piede e sfondava le difese e la rete. Il bello è che segnava, sempre e tanto, fino a salire appunto tre volte sul gradino più alto del podio, ma con addosso maglie non prestigiose, bensì di club che si dovevano salvare (come quella del Piacenza in A, stagione 2001/2002, quando ne infilò 24 e condivise ex aequo il primato con lo juventino David Trezeguet) o puntavano alla promozione (come quella del Cesena in B nel 1995/1996 e del Fano in C1 nel 1991/1992). Alla fine ha superato quota 300 gol. Nato nel 1967 a Muggia, paese friulano al confine con la Slovenia, uno e ottantaquattro d’altezza per settantotto chili, fabbro fino ai vent’anni, scoperto da un allenatore lungimirante, è partito dalla Interregionale e si è fatto tutte le serie fino alla massima per chiudere il cerchio ormai quarantaquattrenne in Prima Categoria. Dall'inizio alla fine pezzo pregiato del mercato di riferimento.
Ma oggi, Hübner? Sì, ha provato a fare l’allenatore, ha preso anche il patentino, tuttavia - come rimarcato da lui stesso in un’intervista di qualche anno fa - ha prevalso il suo carattere onesto e schietto che non lo fa piegare ai compromessi. Dritto per dritto, come quando correva verso la porta. Quindi? Si gode insieme con la moglie Rosa la vita da pensionato e nonno a Passarera, paesino in provincia di Cremona. Per il resto, incarnando lo spirito di chi sa assaporare il bello della vita, amici, pesca, buona tavola e gite in moto. Naturalmente anche calcio. Consapevole di conoscerlo da cima a fondo e averlo onorato. Oltre ad aver lasciato nell’immaginario collettivo il Tatanka che spacca le difese con la classe del centravanti di razza e il cuore del mediano inesauribile.
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