OLTRE CONFINE
In Svizzera oltre 250mila infortuni professionali l’anno
Ma il rispetto delle regole li potrebbe dimezzare. Sono stringenti le indicazioni fornite dalla Suva, la più antica assicurazione sociale della Confederazione Elvetica

La Svizzera può essere un modello sul fronte della sicurezza del lavoro, oppure l’Italia è più avanti? I dati dicono che nel 2023 (l’ultima annata per cui sono è stata resa pubblica la situazione) nella Confederazione elvetica si sono verificati 908.000 infortuni sul lavoro e nel tempo libero, nonché malattie professionali. Mentre gli infortuni professionali (286.154, -2,4%) sono leggermente diminuiti, gli infortuni nel tempo libero sono lievemente aumentati. Nel complesso, i casi e i costi di questi episodi si attestano al livello dell’anno precedente mentre, tendenzialmente, il Canton Ticino ha dei dati migliori rispetto al resto della Svizzera.
I numeri sono stati forniti dalla Suva, l’assicurazione sociale più antica della Svizzera, un’organizzazione dove sono rappresentate anche le associazioni dei datori di lavoro, i sindacati e la Confederazione elvetica e che rappresenta il punto di riferimento sull’argomento. Inoltre la Suva ha sviluppato specifiche regole vitali per la sicurezza sul lavoro in svariati settori e diverse attività.
«Se tali regole vengono sistematicamente rispettate - spiegano dalla Suva - si possono evitare infortuni sul lavoro e danni alla salute da amianto» visto che «nel 50% degli infortuni professionali non vengono rispettate le regole vitali».
Oltre all’attività canonica sul fronte della cultura della prevenzione, Suva presenta sul suo sito internet una serie di esempi di infortunio, che mostrano come decisioni sfortunate e circostanze apparentemente innocue possano favorire gravi infortuni, con conseguenze mortali o danni permanenti alla salute. Guardando assieme al personale gli esempi relativi al proprio settore, un’azienda può invece valutare se l’infortunio potrebbe accedere anche nella loro azienda e agire per prevenirlo. Inoltre si possono compilare dei moduli di auto-valutazione e, in questo modo, capire dove migliorare per garantire una prevenzione efficace. Si ricorda, infatti, che anche in Svizzera il datore di lavoro è chiaramente responsabile della sicurezza e della tutela della salute dei propri dipendenti. Chi non lo fa, in caso di infortunio, rischia di essere perseguito penalmente. Procedere in modo mirato è quindi fondamentale per creare un sistema di sicurezza efficace.
Basta infatti un attimo di distrazione per essere vittima di un infortunio con possibili gravi conseguenze, non solo per la persona direttamente interessata. Per questo motivo, la sicurezza sul posto di lavoro dovrebbe avere sempre la massima priorità. Per cercare di minimizzare i rischi, tra i doveri del lavoratore, Suva indica quello di attenersi sempre alle disposizioni sulla sicurezza del datore di lavoro e di indossare i dispositivi di protezione individuali (Dpi), che possono salvare la vita, mentre tra i diritti ce n’è uno fondamentale che, purtroppo, non sempre viene rispettato per i più svariati motivi: «Se ci si sente insicuri – dicono ancora da Suva – si interrompe il lavoro e si riprende l’attività solo dopo aver eliminato il pericolo. Questo non è solo un diritto, bensì è un dovere».
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