ROMA
'Italiani hanno oltre 37mila euro pro-capite di risparmi'

(ANSA) - ROMA, 29 MAG - Le famiglie italiane hanno 2.211
miliardi di euro di risparmi, 37.525 euro pro-capite. E' quanto
emerge da un'elaborazione di Fabi e Withub su dati di Banca
d'Italia e Istat presentati oggi all'evento 'Il piano Ue per
investire i risparmi degli europei nelle aziende europee',
organizzato dalla piattaforma di eventi Connact in
collaborazione con il Parlamento europeo.
Secondo l'elaborazione, dei 2.211 miliardi di risparmi,
1.131 miliardi sono relativi ai depositi bancari, cioè i soldi
in banca delle famiglie (al 31 dicembre 2024), mentre 1.079
miliardi sono investiti in titoli, fondi o azioni dalle
famiglie. L'analisi traccia anche una 'geografia' dei depositi
bancari e dei risparmi. Per i depositi Bolzano è in testa alla
classifica italiana con 29.692 euro, seguita da Milano (26.989)
e Piacenza (26.869). Nelle prime posizioni anche Belluno
(24.912), Sondrio (24.834) e Isernia (24.674). Nelle ultime
posizioni, Siracusa (10.711), Trapani (10.580) e Crotone
(9.322). Considerando invece i risparmi pro-capite (depositi e
investimenti), al 31 dicembre 2024, è Milano la prima provincia
in Italia (71.671 euro), seguita da Biella (61.711) e Modena
(57.238). Seguono Piacenza (56.362), Genova (55.037) e Cuneo
(54.558). In fondo alla classifica, Catania (16.895), Trapani
(15.698), Siracusa (15.659), Ragusa (15.576) e Crotone (12.964).
Se, infine, teniamo conto solo degli investimenti, vediamo un
incremento in tutta Italia, con un aumento del 39,8% rispetto al
2022 (dati al 31 dicembre) e un'accelerazione soprattutto al
Sud.
Allargando lo sguardo, l'Europa è ancora un continente che
investe poco: secondo l'analisi elaborata dal Centro Studi del
Circolo Esperia, presentata sempre all'evento, il vecchio
continente ha a disposizione uno stock di risparmi di 9,5
trilioni di euro, almeno tre volte superiore a quello degli
Stati Uniti e un tasso di risparmio record pari al 15% nel 2024,
contro il 5% degli Stati Uniti. Tuttavia, i risparmi nell'Ue
sono investiti in modo troppo conservativo, senza contare che
una parte viene dirottata verso il mercato statunitense. (ANSA).
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