SUL PALCO
Kataklò: il movimento è un inno alla vita e alla socialità
Un teatro-danza in cui il corpo è promotore di un linguaggio eclettico e trasversale. Fino al 10 novembre al Leonardo di Milano
«Il motore che ha spinto questa creazione nel 2020/2021 uscendo dalla pandemia è stato l’idea della danza come inno alla vita e alla socialità, in una spinta interiore a ritrovare il contatto e il legame con gli altri. La danza è vita, pulsione, respiro e tutto quello che è successo in sala prove è stato la gioia di poter riavvicinarci a questo, all’azione, alla vicinanza, alla collaborazione. Ma questa pulsione iniziale, che in questi anni ha continuato a crescere, è un’esigenza che abbiamo sempre, anche se in quell’occasione era amplificata: però è un pensiero senza tempo, che si rinnova ogni giorno. E per noi che viviamo di movimento, gesto, contatto, energia, questo spettacolo ha dato soddisfazioni proprio perché il pubblico vive con noi questo percorso, dal viaggio intimo dell’inizio, come se fosse dell’eroe, un ritrovare le nostre radici, le nostre origini a livello anche archetipo, di mitologia, fino a poi ritrovare quell’umanità che è fatta inevitabilmente di complicità. E per me, che lavoro per immagini di impatto, è una linea drammaturgica che aiuta il percorso, ma poi vive tanto di movimento e di gioia finale». Così Giulia Staccioli presenta Back to Dance, di cui è ideatrice e direttrice artistica, lo spettacolo di Kataklò Athletic Dance Theatre dal 7 al 10 novembre al Teatro Leonardo di Milano, in cui, insieme all’attivo contributo artistico dei sei danzatori in scena, Matteo Battista, Giulio Crocetta, Carolina Cruciani, Erika Ravot, Sara Palumbo e Samuel Puggioni, firma uno spettacolo che accosta frammenti inediti e di repertorio portando un messaggio di speranza, celebrando il desiderio di danzare come inno alla vita e alla socialità.
«A me piace sempre molto sorprendermi – ammette Giulia Staccioli –, mi piace lavorare cercando qualcosa di diverso, valorizzando le differenze e anche l’errore, perché nell’errore, nella sperimentazione di qualcosa cerco il germoglio giusto per fare qualcosa di diverso. Lavoro tanto con le immagini, per cui i corpi dei danzatori sono segni su un foglio, quasi come quando fai degli scarabocchi e dici “che bella questa cosa”. Questo spettacolo è ricco di tante cose, con momenti di grande forza emotiva come immagini e nella creazione di situazioni immaginifiche e di altre molto più reali». E la sua voglia di sorprendersi riesce ogni volta a sorprendere anche il pubblico. Senza mai tralasciare, in questo teatro-danza energico ed espressivo in cui il corpo, attraverso uno stile che intreccia sapientemente le discipline della danza contemporanea, acrobatica, aerea e del teatro fisico, viene esaltato come promotore di un linguaggio eclettico e trasversale in grado di superare barriere linguistiche, sociali e generazionali, l’ironia. «Raccontiamo attraverso una danza intensa e fisica, in alcuni momenti intima, leggera. E ironica, di quell’ironia che caratterizza i nostri lavori – spiega ancora Giulia Staccioli –. Il mio motto è “giochiamo seriamente”, ma la serietà non deve toccare il gioco. Mi piace l’aspetto ironico perché con la danza noi facciamo in modo che le persone vivano altre vite, altre emozioni e che, quando vengono a teatro, si uniscano a noi in quello che succede. Noi lavoriamo tantissimo anche quando gli altri cercano il divertimento: è faticoso, ma io con i miei danzatori spesso ironizzo dicendo che non siamo noi che salviamo vite umane, ma siamo noi che le aiutiamo a stare bene». Back to dance parte dall’umanità nel quotidiano incontro con gli altri e con le difficoltà, in una frenesia che porta a una riflessione per tornare a gioire insieme.
© Riproduzione Riservata