IL SALUTO AL PREVOSTO
La Chiesa varesina dopo Panighetti
Domenica l’ultima messa a San Vittore. Le sfide per le parrocchie. Tra i fiori all’occhiello il restauro della basilica e del campanile
Domenica mattina, 15 settembre, la Chiesa varesina chiuderà un altro capitolo della sua plurisecolare storia. Monsignor Luigi Panighetti, il prevosto e decano della città, presiederà infatti nella basilica di San Vittore, in occasione della conclusione del Settenario dell’Addolorata, l’ultima messa prima di tornare a casa, nella sua Milano, dove l’arcivescovo Mario Delpini gli ha affidato la cura pastorale della parrocchia di San Nicola in Dergano. A monsignor Gabriele Gioia, suo compagno di messa, spetta il non facile compito di raccogliere la sua eredità.
IL PERCORSO
In nove anni, don Luigi ha interpretato molto bene il delicato ruolo di guida spirituale della città. I suoi interventi sono sempre stati tempestivi nel segnalare le urgenze relative alla vita sociale del capoluogo. Con coraggio ha anche affrontato impegnative sfide che gli hanno permesso di restaurare il campanile del Bernascone, rifare la copertura integrale della basilica ed effettuare un intervento sul piccolo campanile della sacrestia. La rigorosa regola del “nove” applicata dalla curia ambrosiana che prevede, per i responsabili di comunità pastorali, un mandato della durata massima di nove anni, gli ha impedito di completare l’opera di restauro della basilica prepositurale. Toccherà quindi al suo successore, programmare e trovare le risorse per finanziare il progetto di restauro delle facciate della chiesa già approvato dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio. Monsignor Panighetti non si è concentrato esclusivamente sulla basilica ma la sua attenzione ha riguardato anche il santuario della Schirannetta a Casbeno dove è stata sistemata la soglia ed effettuati interventi parziali all’interno necessari per garantire l’integrità degli affreschi. Nel rione, inoltre, è stato affidato il lavoro di ricognizione della facciata della chiesa parrocchiale di San Vittore ed è in preparazione il progetto di restauro della cappella di San Rocco.
SGUARDO AL FUTURO
Il nuovo anno pastorale vedrà la città impegnata nello sforzo di delineare quali saranno le linee programmatiche che le cinque comunità pastorali dovranno seguire nei prossimi anni. Don Giampietro Corbetta, da cinque anni responsabile della comunità pastorale “Maria Madre Immacolata” e grande favorito per le prossime elezioni di ottobre che vedranno i sacerdoti del decanato convocati per scegliere il nuovo decano, ha già anticipato che se verrà eletto intende proseguire sulla strada tracciata da Panighetti che ha educato i parroci a pensare insieme la pastorale. La comunità pastorale si prepara ad accogliere anche don Agostino Ferrario, il vicario del Sacro Monte al quale è stata affidata la custodia della chiesa di San Giuseppe. Un arrivo importante ma l’avvio del ministero di monsignor Gioia è segnato anche dalla preoccupazione per il ristretto numero di sacerdoti a disposizione per le esigenze pastorali delle quattro parrocchie della comunità “Sant’Antonio abate”.
Il servizio completo sulla Prealpina di sabato 14 settembre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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