IL REPORT
La Lombardia rallenta, il Pil aumenta dello 0,4%
Crescita sostenuta nel settore dei servizi. Inflazione al consumo prossima all’1%. Le famiglie hanno ridotto i depositi bancari
Nel 2024 l’economia lombarda ha continuato a crescere, seppure in misura contenuta. Secondo le Stime degli uffici regionali di Banca d’Italia a Milano, rese note quest’oggi - mercoledì 20 novembre - con il tradizionale report congiunturale, nel primo semestre dell’anno c’è stato aumento del Pil dello 0,4%, in linea con l’andamento nazionale. È proseguito invece il calo delle esportazioni (-0,3% a prezzi costanti rispetto al primo semestre 2023), soprattutto verso i Paesi dell’area dell’euro e gli Stati Uniti.
La crescita si è mantenuta sostenuta nel settore dei servizi, soprattutto in quei comparti che hanno beneficiato dell’aumento dei flussi turistici (+19,2% la crescita della spesa dei turisti stranieri nel periodo gennaio-giugno 2024). Nell’industria, la produzione è diminuita (-1,2%), risentendo della debolezza della domanda sia interna sia estera.
Risulta confermata la diminuzione della spesa per investimenti nel 2024 e il calo si estenderebbe al 2025. L’attività produttiva del settore delle costruzioni ha rallentato; il ridimensionamento degli incentivi fiscali per l’incremento dell’efficienza energetica è stato in parte controbilanciato dalla ripresa delle opere pubbliche sostenute dall’avvio dei cantieri del Pnrr.
I profitti delle imprese lombarde si sono mantenuti elevati e la quasi totalità delle aziende ha valutato le proprie disponibilità liquide sufficienti per fronteggiare le necessità operative e il rimborso delle rate dei finanziamenti. La domanda di prestiti si è ridotta; dopo circa quattro anni di sostanziale stabilità, il rallentamento ciclico ha determinato una ripresa dei tassi di insolvenza sui debiti delle imprese.
Nel corso dell’anno l’inflazione al consumo in regione è rimasta prossima all’1%; la dinamica ha rispecchiato la diminuzione dei costi delle utenze, a fronte di un moderato aumento dei prezzi dei servizi e una stabilizzazione di quelli dei prodotti alimentari.
L’occupazione ha continuato a crescere, ma hanno cominciato a manifestarsi segnali di cambiamento delle condizioni del mercato del lavoro. Sono diminuite le ore lavorate nell’industria ed è aumentata la Cassa integrazione guadagni. Quanto al reddito delle famiglie, ha ripreso a salire, beneficiando anche dell’aumento delle retribuzioni legate ai rinnovi contrattuali. L’andamento recente ha però solo compensato la perdita di potere d’acquisto subita nel biennio precedente e i consumi hanno ristagnato.
Le famiglie hanno ridotto i depositi bancari e riallocato i risparmi finanziari verso altre forme d’investimento, quali titoli di Stato e obbligazioni. I prestiti alle famiglie sono tornati a crescere, seppure in misura moderata, sostenuti principalmente dal credito al consumo. L’incremento dei mutui per l’acquisto di abitazioni è stato invece contenuto e limitato al secondo trimestre, riflettendo la debolezza delle compravendite nel mercato residenziale.
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