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Maria Antonietta, l’influencer del 1700

Un trionfo di piume, broche di diamanti, perle, nastri e fiocchi e persino paillettes. Il gusto per una mise en place con ceramiche raffinate dipinte con fiori, oro e fatture con teste di leone non è mai tramontata. Gli artisti che ispirano al passato spopolano. E persino i social network raccolgono gruppi di appassionati del passato: ed è subito Settecentomania.
Il Settecento non è mai finito. Maria Antonietta, l’ultima regina di Francia, resta icona indiscussa. L’hashtag >marieantoientte >marieantoinettestyle oppure l’italiano >MariaAntonietta su Instagram ha migliaia di post. Certo si tratta di una nicchia appassionati del genere. Il fascino resta indiscusso, tanto che Alberto Angela nelle scorse settimane ha dedicato una puntata di Ulisse con la partecipazione di Gigi Proietti sul palcoscenico di Versailles.
Che il Settecento sia vivo e vegeto fra noi, lo testimonia anche il mondo della moda. Di recente Jeremy Scott che ha rievocato Versailles per Moschino, con una collezione ispirata ai fasti di Maria Antonietta. Si parte da colori pastello golosi dal fragola al pistacchio, pasticcini e baguette tramutati in clutch, acconciature monumentali e abiti con maxi pannier modernizzano il guardaroba della sovrana.
Ad aprire la strada nel 2006 fu Sofia Coppola nel girare «Marie Antoinette» con protagonista Kirsten Dunst, il biopic è quello di una rock star che indossa Converse e sovverte le regole sociali per vivere libera. La pellicola è celebre soprattutto per i costumi di Milena Canonero, talmente precisi e curati nei minimi dettagli da farle vincere un Oscar.
Quest’anno anche il designer Thom Browne si è ispirato al Settecento per creare una silhouette che rende omaggio ai modelli “pannier” - i vestiti 700eschi francesi con la tipica struttura a cerchio - punto di partenza della sua collezione dell’estate appena conclusa.
Per avere un’idea la classica T-shirt bianca Oxford è stata rinforzata con lacci e corsetti allacciati sul retro. Le giacche plissettate, ispirate agli abiti alla “polonaise” (realizzati con una sopravveste che veniva sollevata su entrambi i lati, ndr), rivelano pannelli semitrasparenti. Torna il pannier che era stato bandito dalla moda per ragioni di praticità e per Alexander McQueen si distacca dalla sua funzione strutturale e lo rende un elemento decorativo, sovrapponendolo a completi di giacca e pantalone e ricamandolo con stoffe morbide e irregolari che ricordano alghe marine.
Ciclicamente la moda attinge ai fasti del passato. Del resto la stilista (il termine non esisteva ancora e si usava modista) della regina di Francia, Rose Bertin definiva le sue creazioni strutturare e colorare «Non c’è nulla di nuovo, a eccezione di ciò che è stato dimenticato».
Settecento mania è anche un’operazione commerciale legata alla pasticceria: sappiamo che Maria Antonietta era molto golosa, così come siamo certi che i macaron fossero già esistenti all’epoca dell’ultima sovrana. Fu la regina fiorentina Caterina de’ Medici a introdurre in Francia i “maccherones”, piccoli biscotti rotondi e croccanti conosciuti in Italia fin dal Medioevo, a base di mandorle, zucchero e albume d’uovo. Quando nel 1682 la pasticceria Dalloyau divenne la pasticceria ufficiale di Versailles, i macaron furono introdotti definitivamente a corte declinandosi in innumerevoli versioni, la più amata delle quali era quella al lampone.
Nel 2014 Ladurée ha creato il macaron “Marie-Antoinette” (nella foto), di color celeste chiaro, con ripieno bianco e dal gusto della bevanda che porta sempre il nome della regina, già collaudata dalla famosa pasticceria, ottima per accompagnare i dolci. Si tratta di un mix di tè neri cinesi e indiani aromatizzato con petali di rosa, agrumi e miele e definito dalla maison, “una passeggiata bucolica al Petit Trianon”, il rifugio di Maria Antonietta. Basterà addentare un macaron per sentirsi regine? Nel caso, indossate anche una t-shirt rivisitata con ruches, tulle e piume nel segno del Settecento power, Lady Gaga e Madonna insegnano.
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