IL SENSO DELLA VITA
La sofferenza dei bimbi e i dubbi su Dio: serata di riflessione a Cuveglio
“Oscar e la dama in rosa” verrà portato in scena domani sera nella Sala polivalente del Comune
«Caro Dio, mi chiamano Testa d’uovo, dimostro sette anni (ne ho dieci), vivo all’ospedale a causa del cancro e non ti ho mai rivolto la parola perché non credo nemmeno che tu esista». L’incipit di “Oscar e la dama in rosa”, successo letterario del drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt uscito nel 2002 (l’anno seguente in Italia da Feltrinelli) è di per sé una pugnalata: se esiste un argomento autentico in mano a chi nega o quantomeno dubita dell’esistenza di Dio è proprio la sofferenza “senza ragioni” di un bambino. La cronaca quotidiana ne è piena e così la proposta varata dal Comune di Cuveglio (domani sera, venerdì 15 novembre, alle 20.30, nella sala polivalente, entrata libera) è di disarmante attualità: Valeria Avoltini, medico di Medicina generale, la voce narrante e Isabella Carcione, insegnante di pianoforte ed educazione musicale, porteranno in scena un testo duro, ma che si presenta tutt’altra che pessimistico, spalancato com’è alla speranza che anche il dolore innocente possa avere un senso.
LA SOFFERENZA RIFIUTATA DAL NARCISISMO
«Ci porta a prendere coscienza della sofferenza e della morte, realtà spesso allontanate in un società narcisistica come la nostra, attraverso le parole di un bambino di 10 anni cui la leucemia non lascia scampo - spiega Raffaella Mattana, assessore comunale a Sanità e Manifestazioni-. Vorrebbe parlare di ciò che prova, ma genitori e medici preferiscono evitare il discorso sulla sofferenza perché lo temono. Non così una volontaria ospedaliera che consiglia ad Oscar di scrivere a Dio col presupposto che ogni giorno della sua vita sia come dieci, in modo che anche lui avrà la possibilità di diventare adolescente, adulto, anziano.
LA MALATTIA
La malattia raccontata da un bambino per un incontro che porterà a riflettere sul senso del vivere, del soffrire, del morire”. Temi impegnativi quant’altri mai e che, proprio per questo, sono difficili da incontrare in un luogo pubblico. Motivo in più per plaudire ad un’amministrazione pubblica che ha invece il coraggio di andare controcorrente.
© Riproduzione Riservata