CURIOSITÀ
La storia di Alfonso Cortesi il corniciaio dei grandi artisti
Allo Spazio Heart di Vimercate domenica 2 febbraio alle 18.30 viene inaugurata la mostra

La parte più bella di ogni dipinto è la cornice, scriveva Gilbert Keith Chesterton. Non è certo una massima valida in assoluto, ma in alcuni casi è parte fondamentale del dipinto, pensata e ideata per dialogare con esso. Nel medioevo le cornici spesso costavano quanto le grandi pale d’altare, erano progettate e dipinte dagli stessi artisti. La mostra, che apre domenica 2 febbraio allo Spazio Heart di Vimercate, curata a quattro mani da Simona Bartolena e Armando Fettolini, è la storia, bellissima, di un corniciaio, Alfonso Cortesi. Originario di piccolo borgo nei pressi di Bologna, alla fine degli anni Venti del Novecento si trasferisce con la famiglia a Milano. Giovanissimo, trova impiego come garzone da Egisto Marconi, fra i principali innovatori dell’arte corniciaia europea, che lavorava con tutti i grandi artisti del tempo, da Sironi a Morandi, e padre di Giorgio Marconi, uno dei maggiori galleristi italiani. In mostra oltre alle 40 opere di 23 artisti, da Manzoni a Sironi, da Bonalumi a Simeti, scelte come omaggio all’eccellenza artigiana di Cortesi, sono esposte a documenti inediti, fotografie, cartoline, lettere, disegni, inviti e oggetti concessi dalla famiglia, per raccontare le intuizioni e gli stretti legami di Alfonso Cortesi con la maggior parte degli artisti che si rivolgevano a lui, e la sua straordinaria capacità di creare un legame profondo con ogni opera. Cortesi era un visionario, convinto che la cornice non fosse un elemento decorativo ma essenziale, capace di influenzare la percezione dell’opera d’arte e di espanderne la stessa narrazione visiva. Nel dopoguerra, quando l’idea di aprire un’attività che puntava su un bene effimero come le cornici era a dir poco coraggiosa, Cortesi aprì la sua bottega. Il successo gli derivò dalla capacità di rinnovarsi e di soddisfare le esigenze degli artisti, preparando cornici per ogni tipo di opera, dai dipinti classici alle più moderne installazioni artistiche. Come racconta Simona Bartolena, la mostra mette in luce «la sua storia, le sue amicizie, il suo ruolo di collezionista, mentore, mecenate, oltre che di corniciaio. Opere firmate da nomi fondamentali per la scena artistica del tempo, si mescolano a lavori realizzati da artisti poco conosciuti o addirittura occasionali. Una scelta eterogenea che riflette a pieno la poliedricità degli oggetti e dei dipinti della collezione di questo visionario corniciaio con il vizio della bellezza e dall’intuito invidiabile».
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