ALL’INSUBRIA
Leo e Aaron amici speciali e protagonisti di una tesi di laurea
Eleonora Cremona ha spiegato come i cani di assistenza possano essere risorse educative per le persone con disturbi dello spettro autistico
L’amicizia speciale tra Leo e Aaron è diventata una tesi di laurea dal titolo “Disturbi dello spettro autistico e interventi educativi: i cani di assistenza come possibili risorse educative“. A discuterla oggi - mercoledì 20 novembre -, all’università dell’Insubria, è stata Eleonora Cremona, che si è laureata in educazione professionale, con relatrice Grazia Marchini.
LA STORIA
Leo è un ragazzino di 13 anni che soffre di disturbi allo spettro autistico. Aaron è un labrador color miele, che ha seguito un addestramento generale per la pet terapy e poi un una specializzazione studiata ad hoc sulle esigenze del bambino, con Alessandra Gandini di Dog’s Avenue. A tutti gli effetti, Aaron è un cane «di assistenza», “titolo” meno noto e diffuso dei cani per non vedenti. «La tesi di laurea discussa oggi è importante perché rappresenta un primo passo per far conoscere la possibilità di affiancare a un bambino autistico un cane di assistenza – spiega Cristina Finazzi, mamma di Leo e presidente dell’associazione Spazio Blu Autismo Varese Aps –. A livello legislativo ci sono gap da colmare, non solo per il riconoscimento dei cani di assistenza come cani da lavoro, ma anche per riconoscere alle famiglie parte delle spese che avere uno di questi cani comporta».
UN ASSISTENTE SPECIALIZZATO
La tesi di Eleonora Cremona costituisce una tappa importante del percorso che Leo e Aron hanno già intrapreso nel 2022, quando sono stati messi l’uno accanto all’altro. Tenendo Aaron al guinzaglio, Leo oggi cammina sicuro anche negli spazi che fino a ieri lo distraevano per la molteplicità di stimoli presenti. Al mattino è Aaron che sveglia Leo, lo aiuta a svestirsi e gli passa le scarpe. Ed è sempre Aaron a distrarre Leo quando sta per agitarsi in situazioni nuove, prevenendo alcune delle sue crisi. In cambio Aaron chiede coccole, passeggiate e attenzioni speciali, come un normale cane, che però in questo caso non è solo un amico a quattro zampe, ma anche un assistente specializzato. Da qui un appello che Cristina Finazzi fa a tutti: «Quando vedete questi cani “al lavoro”, non disturbateli con coccole e carezze, perché il loro compito è impegnativo e una distrazione può compromettere il risultato che stanno raggiungendo insieme al “loro umano”».
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