L’ESPOSIZIONE
Sette savi al Terminal 1

Imperturbabili e misteriosi, simili tra loro ma unici, i sette Savi di Fausto Melotti (1901-1986) creano ritmi armonici e musicali, collegando terra e cielo. Sono tornati da pochi giorni a Malpensa, dove li avevamo ammirati nel 2013, su iniziativa di Sea e Comune di Milano e con un allestimento di Michele di De Lucchi che ne esalta il fascino arcano.
Questa versione in pietra di Viggiù fu commissionata all’artista trentino nel 1961 per il giardino del Liceo Classico di Milano Giosuè Carducci, probabilmente su modello del gruppo in gesso oggi al Mart di Rovereto (del 1960).
Una versione in marmo di Carrara fu eseguita nel 1981 per il giardino del Pac di Milano.
Lunga è stata però la gestazione dell’opera: Melotti iniziò a pensarci nel 1936, con una versione di dodici elementi andata parzialmente distrutta; dodici erano anche i gessi esposti nel 1959 alla VI Triennale di Milano: di questi sopravvissero intatti solo sette elementi e Melotti non reintegrò più i cinque perduti, ritenendo il numero sette perfetto, per il valore simbolico di cui tutte le culture lo rivestono, dalla matematica antica (indica l’ordine dell’universo) al pensiero greco, dal mondo arabo a quello cristiano.
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I sette savi di Fausto Melotti. La magia di un ritorno: fino al 29 febbraio 2020, aeroporto di Milano Malpensa, Porta di Milano (Terminal 1), ore 8-22. Ingresso libero. Info 02.232323.
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