L’INTERVISTA
Bordonaro: «Make Varese great again»
Fare grande di nuovo Varese: questo l’obiettivo del segretario cittadino della Lega: «Una città in crisi per le politiche sbagliate compiute»
Come Trump negli Usa. Invece di “Make America great again”, “Make Varese great again”. Prende in prestito lo slogan delle due campagne elettorali del tycoon, Marco Bordonaro, segretario cittadino della Lega. Lo fa con un pizzico di ironia ma con convinzione. «Abbiamo una città con una grande storia che le politiche sbagliate hanno messo in crisi, dobbiamo rendercene conto ed essere consapevoli di quanto ci hanno lasciato i nostri padri... dobbiamo tutelare la nostra Varese e accrescerne il valore e il prestigio». Manco a dirlo, Bordonaro e i leghisti sono «contenti per la vittoria di Trump e per quello che farà come ha fatto nell’ultima sua presidenza...». Parole che immaginiamo faranno andare di traverso il caffè del sabato a moltissimi varesini. La città spaccata in due, la destra e la sinistra, visione semplicistica ma anche tanto realistica, per descrivere Varese. E la visione del segretario cittadino leghista è più che mai buia, rispetto al presente e al futuro di Varese. A causa «dell’amministrazione Galimberti».
«CITTADINI SOFFERENTI»
Il centrosinistra non è più una novità. E la gente è stanca: in pillole è questo il commento di Bordonaro. «Ormai sono otto anni di governo e la sfiducia dei varesini nei confronti di questa giunta è grande. I cittadini sono più che mai insofferenti e questa amministrazione e questa giunta sono sostenute da pochi pasdaran». Marco Bordonaro dice che non c’è una sola cosa che vada bene. E snocciola alcuni grandi temi: sicurezza, attrattività, sviluppo culturale, sociale e economico. «Tutto parte dalla sicurezza, senza non c’è sviluppo, non c’è turismo, non c’è commercio, non c’è alcun tipo di progettualità: le persone devono sentirsi sicure fuori di casa e in casa propria, altrimenti non possono guardare al futuro». L’attrattività si costruisce «anche attraverso i parcheggi: non è vero che parlare di strade e parcheggi è limitativo, è invece fondamentale - sostiene l’esponente leghista -. Bisogna potersi spostare senza impiegarci ore e bisogna poter parcheggiare, invece Varese è come un porto senza o comunque con pochi attracchi». Lo sviluppo passa anche dalla valorizzazione dei nostri siti Unesco: Sacro Monte e Isolino Virginia. «Per il Sacro Monte bisogna dare delle alternative ai mezzi pubblici, perché se uno, poniamo, da Novara ci impiega cinque ore ad arrivare al borgo con i mezzi pubblici, lo fa una volta e poi non lo fa più...».
L’intervista completa sulla Prealpina di sabato 9 novembre, in edicola e disponibile anche in edizione digitale.
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