RICHIESTA DI RIPARAZIONE
Caso Macchi: risarcimento a Binda, udienza a fine maggio
La difesa ha chiesto 320mila euro per l’ingiusta detenzione subita dal 54enne di Brebbia
È stata fissata per fine maggio l’udienza in cui si discuterà la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione presentata dai legali di Stefano Binda. L’udienza si svolgerà dinanzi ai giudici della quinta Corte d’Appello di Milano, la sezione preposta a vagliare le istanza di risarcimenti a fronte di presunte ingiuste carcerazioni. I difensori di fiducia del cinquantaquattrenne di Brebbia, gli avvocati Patrizia Esposito e Sergio Martelli, hanno quantificato in 320 mila euro il risarcimento da riconoscere a Binda, sottoposto a carcerazione preventiva per oltre tre anni e mezzo con l’accusa di essere l’autore dell’omicidio di Lidia Macchi, la ventunenne studentessa di Casbeno il cui corpo senza vita fu trovato a bordo di una strada sterrata in zona Sas Pinì a Cittiglio, la mattina del 7 gennaio di 35 anni fa.
Dall’accusa, che gli era costata una condanna all’ergastolo in primo grado (poi cancellata dai giudici della prima Corte d’Assise d’Appello di Milano), Stefano Binda è stato prosciolto in via definitiva con la sentenza della Cassazione del gennaio di un anno fa.
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