SOPRAVVIVENZA
«Mi sono salvata bevendo la pioggia»: il miracolo di Giuseppina
Ecco come si è salvata Giuseppina Bardelli, 88 anni, trovata viva dopo 4 giorni all’addiaccio al Passo della Forcora
La parola d’ordine è incredulità: pochi pensavano di poter arrivare a un lieto fine davanti a un quadro così complesso. Quattro giorni e quattro notti all’addiaccio in montagna, al Passo della Forcora, a 1.200 metri di quota, da sola, senza riparo, esposta alle intemperie e alla natura. Eppure una donna di 88 anni, 89 da compiere, ha stupito tutti per forza, tenacia, capacità di adattamento e attaccamento alla vita. Ha bevuto acqua piovana e dormito a pancia in giù, ha raccontato lei stessa, applicando le strategie tipiche dei corsi di sopravvivenza. Ha saputo resistere anche psicologicamente davanti alla solitudine, per poi trovare le forza di attirare l’attenzione dei soccorritori.
UN CASO RARISSIMO
La sua storia sta facendo il giro d’Italia e non solo, rimbalzando anche sui tg nazionali. Ce l’ha fatta e ha già potuto riabbracciare i familiari Giuseppina Bardelli, l’anziana di Gurone di Malnate di cui si erano perse le tracce mercoledì scorso e che è stata ritrovata ieri mattina, domenica 25 agosto. Ferita, infreddolita, disidratata, ma salva: un miracolo, concordano tutti. Durante un’escursione per cercare funghi, si era separata dal figlio 57enne con la promessa di rivedersi al parcheggio alle 16: ma lì non è mai arrivata e, la sera alle 19.55, si è mesa in moto la macchina delle ricerche, senza lasciare nulla di intentato, giorno e notte. Quando si stavano perdendo le speranze, la svolta inaspettata: alle 9.30 di ieri la squadra coordinata dai Vigili del fuoco con circa 40 operatori fra Protezione Civile, Croce Rossa e Ust (Unità di soccorso tecnico) ha iniziato di nuovo le ricerche nella zona compresa tra la cresta del monte Sirti e la strada che dalla Forcora va verso la località di Montecchio. Alle 11, ecco risuonare quelle grida di aiuto: forti, chiare. Vigili del fuoco e personale della Croce rossa si sono calati nella rivetta dove hanno trovato Giuseppina, ancora cosciente e lucidissima (tanto da rispondere a tutte le domande di rito per il riconoscimento su età, nome, cognome, provenienza). Era scivolata per qualche metro, finendo in una zona impervia ricoperta da alte felci, non riuscendo più a risalire. In stato di choc e disidratata, è stata subito soccorsa dai sanitari per le prime cure mediche: intanto è arrivato l’elisoccorso da Como, che ha caricato la donna per portarla al Pronto soccorso dell’ospedale di Circolo, dove è stata sottoposta a svariati esami per accertare possibili fratture. Sta bene, nonostante la disavventura.
TUTTE LE SQUADRE IN CAMPO
Un’attività molto intensa con decine di persone impegnate: il complesso dispositivo di soccorso è stato operativo durante tutti i giorni di ricerca, con personale permanente e volontario del Comando Vigili del fuoco di Varese e unità specializzate provenienti anche da fuori provincia. Sono state impiegate, oltre alle squadre ordinarie, personale Tas (Topografia applicata al soccorso) con Ucl (Unità di comando locale), personale Saf (Speleo-Alpino-Fluviale), equipaggio Sapr (Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto, i droni), Unità cinofile ed elicottero reparto Volo di Malpensa. Sul posto hanno operato costantemente il sindaco di Maccagno Ivan Vargiu, i Carabinieri, il Soccorso alpino (Cnsas), l’Ust, la Protezione civile comunale e provinciale, la Croce Rossa Italiana. Tutti uniti per quattro, lunghi giorni, fino alla bella notizia. Fino al miracolo.
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