AL GALEAZZI
Le nuove cure per la psoriasi

In piena pandemia Covid-19, tra i molti malati cronici che si sentono trascurati ci sono anche coloro che soffrono di psoriasi e che avrebbero particolarmente bisogno di essere assistiti e sostenuti, anche sul piano psicologico.
Quanti sono questi pazienti? Si stima che siano, nelle forme più o meno gravi della malattia, dal 3 al 4% della popolazione europea, quindi oltre 3 milioni in Italia e 200mila in Lombardia.
«Purtroppo, la maggior parte degli psoriasici si sottopone alla visita di uno specialista quando i sintomi sono già ad uno stadio avanzato - fa presente la dottoressa Chiara Franchi, dermatologa all’Istituto Galeazzi di Milano - e ci troviamo a combattere con una malattia infiammatoria autoimmune ad andamento recidivante e quindi cronica».
L’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano è un Centro di riferimento a livello internazionale per la psoriasi, con un ambulatorio dedicato particolarmente alla diagnosi e alla cura di questa patologia.
La psoriasi nella forma ancora lieve si manifesta con prurito e placche rossastre sulla pelle (eritema), tondeggianti e ricoperte da squame di colore bianco-argenteo, conseguenza di una proliferazione incontrollata delle cellule cutanee. Nella forma severa, le chiazze arrossate si localizzano ai polsi, ai gomiti, alle ginocchia, in sedi specifiche come il cuoio capelluto e gli organi genitali.
Si tratta di una malattia su base genetica, ma scatenata da specifici fattori, quali infezioni, traumi e assunzione di alcuni farmaci.
La psoriasi può insorgere a qualsiasi età, ma presenta due picchi di incidenza: in gioventù (20-30 anni) e dai 60 anni in poi.
Quali sono i trattamenti oggi disponibili per la psoriasi? «I trattamenti della psoriasi lieve moderata - risponde la dottoressa Chiara Franchi - consistono in farmaci topici (locali) da applicare direttamente sulle lesioni della pelle. Generalmente si tratta di pomate, gel, lozioni, schiume, facili da utilizzare e che evitano al paziente di assumere farmaci per bocca che possono avere effetti collaterali e indebolire le difese immunitarie».
L’utilizzo di un farmaco topico ottiene successo quanto più la sua formulazione è facile da applicare e non compromette la qualità di vita del paziente, quindi più aderente alla cura.
Oggi è disponibile un farmaco in schiuma spray a base di calcipotriolo e betametasone dipopriato che viene incontro ai bisogni del paziente e che dà inoltre soddisfazione al dermatologo quando lo prescrive. Un prodotto da applicare in un’unica soministrazione giornaliera, efficace in tempi rapidi, anche sul prurito.
Che impatto può avere l’innovazione terapeutica sulla qualità di vita di un paziente psoriasico? «Ogni miglioramento terapeutico, anche il più piccolo - conclude la professoressa Chiara Franchi – è una conquista sulla qualità di vita dei nostri pazienti. L’obiettivo è di migliorare la loro quotidianità, ampiamente compromessa da una malattia invalidante, sia per l’impatto psicologico e sociale, sia per il tempo che bisogna dedicare alle cure».
© Riproduzione Riservata