A TAVOLA
Mozzarella, il piacere ha un colore: ed è bianco latte
Il gesto antico è di far filare l’impasto con una sorta di mestolo di legno. È una vera passione italiana e sulla realizzazione non si scherza. Il casaro “non convenzionale” viaggia facendo vedere come si fa
Quando la passione per la mozzarella diventa uno spettacolo, un evento indimenticabile nel giorno più importante della vita delle persone. Bianca come gli abiti da sposa, l’alimento a base di latte diventa protagonista dei banchetti nuziali. Le emozioni che, si sa, passano da gusto, sapore e profumo. Tanto che la moda di aver il casaro al banchetto del matrimonio è uno dei trend in via di sviluppo. Qual è il segreto della mozzarella, una vera passione italiana. Come quella che nutre Vincenzo Troia che ha iniziato giovanissimo il suo percorso lavorativo in un caseificio e dopo pause di amore e odio, è scattato quel clic, una sliding door, una svolta. Un amore enorme per un alimento apprezzato in tutto il mondo, dove è stato per creare la mozzarella. Anche se quella vera, unica e del suo cuore, resta quella pugliese. Ed è uno dei maestri casari più apprezzati con il suo Luxury Mozzarella Bar: mozzarella fresca e creata al momento per essere mangiata immediatamente dopo la preparazione. Freschissima. Cosa ha di speciale? «Prima di tutto il sapore: per me è un piacere far assaggiare la mia mozzarella. E poi mostrare come si fa la mozzarella che molti acquistano al supermercato. Non ci sono paragoni», racconta il mastro casaro che affascina persone in tutto il mondo grazie a quei gesti tramandati da caseificio in caseificio, di generazione e in generazione, Troia ha voluto andare oltre: sapere il perché. «Quando ero ragazzino, iniziai lavorare giovanissimo, non ci spiegavano il perché di certi procedimenti. Bisognava fare andare le mani. Era un lavoro molto duro, anche di bassa manovalanza». I turni di lavoro iniziavano ben prima che il sole sorgesse e per un adolescente, poco più che un bambino, la vita era davvero molto dura. «Ci fu uno stacco, provai anche altri mestieri. Per poi tornare in caseificio. Nel frattempo ero maturato però e quella etichetta da casaro che si vedeva in giro, proprio non mi piaceva. Non mi andava bene». Cosa succede? La curiosità e quella voglia di crescere, la fame di sapere hanno fatto il resto che lo hanno reso un “casaro non convenzionale” - si definisce Unconventionally - facendolo diventare un professionista - artista. «L’arte del latte: questo per me è il creare la mozzarella. Volevo essere un mastro casaro diverso, per questo ho cercato di rivoluzionare la professione. Non ho inventato nulla perché l’angolo del casaro ai matrimoni in realtà era una usanza, ma si era persa perché non valorizzata e spesso per colpa dell’approccio». Pare che ci fosse una sorta di etichetta legata alla professione non raffinata. «Ora, toglietevi dunque dalla mente l’immagine antica e anche un po’ rozza del casaro: per me è importante spiegare, valorizzare i gesti e far vedere come si crea la mozzarella. C’è proprio il gesto che stupisce sempre e che incanta tutti. Competenze tecniche ed eleganza, per me è molto importante», racconta. «Il gesto antico di far filare l’impasto con una sorta di mestolo di legno, tirandola verso l’altro per creare appunto la mozzarella». Insomma è il momento dello spettacolo vero e proprio durante i matrimoni che spesso sono noiosi e lunghi: bambini e adulti non si perdono un istante, per poi culminare negli assaggi. Un alimento che accontenta praticamente tutti e soprattutto vivacizza i matrimoni. «Il risultato è sempre stupefacente perché la mozzarella fresca appena fatta è l’unica mozzarella che per noi valga la pena di essere mangiata. Può apparire strano, ma finché non si prova non si può apprezzare la differenza. Perché, diciamolo, con tutto il rispetto quella della grande distribuzione non ha nulla a che vedere con quella appena fatta».
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