IL TENTATIVO
Nessuna traccia del cane di Arnaldo Tosin: l’appello
Dopo il lieto fine per il 66enne di Malnate, rimasto tre giorni all’addiaccio in Val Grande. L’animale è ancora disperso
L’hanno cercato per tutto il giorno ma le ricerche non hanno dato alcun esito. Purtroppo ancora nessuna traccia del cane di Arnaldo Tosin, il malnatese di 66 anni che ieri è stato salvato in Val Grande. I Carabinieri Forestali e i vigili del fuoco oggi - mercoledì 20 novembre - sono tornati nel Parco, dove l’animale risulta ancora disperso. La zona è quella del versante orientale della dorsale di Cima Sasso, molto vasta e caratterizzata da forti pendenza. Chi avesse notizie o avvistasse l’animale, spinone femmina dal pelo lungo grigio, può contattare il Reparto Carabinieri Parco Val Grande allo 0324878802 o il 112.
IL RISCHIO E L’ESPERIENZA
Dopo il lieto fine per Arnaldo Tosin i soccorritori non perdono le speranze di salvare anche il cane. Le moderne tecnologie, come quelle in dotazione ai vigili del fuoco, per il salvataggio di Tosin sono risultate fondamentali. Ma il rischio che il malnatese ha corso è stato davvero alto: benché persona molto esperta di montagna, è incorso in una situazione potenzialmente super rischiosa per la sua vita.
Si è trovato da solo e dolorante, è riuscito a stringere i denti e a resistere, cercando di scendere a valle in direzione di Pogallo. Tutta l’esperienza di Tosin è venuta fuori in questi tre giorni trascorsi all’addiaccio: aveva ancora qualcosa da mangiare e da bere, ma i dolori per i traumi non gli hanno dato tregua; fortunatamente però alla fine tutto si è risolto bene.
LA TRAGEDIA DI FERRUCCIO
È invece ancora grande il cordoglio per la scomparsa, sabato, di Ferruccio Rossi, 69 anni, di Colazza, un altro grande esperto di Val Grande: stava effettuando un’escursione con un amico nella zona della Cima Saler, sulle alture di Premosello, quando è improvvisamente precipitato in un dirupo.
LE RACCOMANDAZIONI
In Val Grande, si sa, appena si esce dai sentieri battuti si entra in un mondo selvaggio e le insidie aumentano a dismisura. Per questo gli esperti raccomandano di non abbandonare mai le vie tracciate. Ma può sempre capitare di perdersi in montagna: e, quando capita mentre si è in giro nell’area wilderness (letteralmente, fuori controllo) più vasta d’Italia, i pericoli crescono esponenzialmente. Nel Parco nazionale, tranne che in pochissime zone, non c’è alcuna copertura per i telefonini. Si è quindi soli, in tutto e per tutto. Una situazione che è sempre bene evitare. «È meglio non avventurarsi mai da soli, in generale, in montagna» l’appello di Matteo Gasparini, responsabile del soccorso alpino del Vco.
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