VARESE
Niente voli, incubo Sardegna
Il racconto di un varesino: «Mio papà stava morendo ma non c’era posto sugli aerei»
La telefonata che non si vorrebbe mai ricevere e che fa gelare il sangue nelle vene: «Papà sta molto male». L’immediata decisione di partire da Varese senza perdere nemmeno un istante, la frenetica ricerca del primo aereo per la Sardegna, e poi l’amara realtà che si presenta come un pugno nello stomaco: neppure un posto libero sui voli in partenza da Malpensa, Linate, Bergamo o Torino. Alla fine, ecco l’unica possibilità: prendere il traghetto l’indomani mattina.
«Se fossi arrivato prima, avrei potuto trascorrere più tempo con mio padre e, forse, gestire la situazione in maniera diversa». A parlare è Gianpaolo De Nunzio, cinquantenne, sardo di origine ma varesino a tutti gli effetti, che ha deciso di raccontare quello che gli è capitato perché «quante persone, quanti emigrati sardi devono subire tutto questo prima che le cose cambino?».
LA DENUNCIA
In sostanza, la sua proposta è chiara: opzionare sempre un paio di posti su altrettanti voli di giornata che collegano il Nord Italia alla Sardegna, riservandoli a persone che hanno bisogno di raggiungere l’isola per questioni di emergenza. «Quando ho ricevuto la telefonata di mia mamma, che mi comunicava il peggioramento delle condizioni di salute di mio padre - racconta l’uomo -, non ho perso un secondo e ho iniziato subito a cercare un aereo. Era venerdì mattina e sarei potuto arrivare a Cagliari nel primo pomeriggio, ma non c’era un solo posto libero. Alla fine mi sono dovuto rassegnare a prendere la nave da Genova al sabato mattina, con arrivo a Olbia al sabato sera, poi da lì ho raggiunto Carbonia: sono stato l’ultimo a vederlo vivo, ma avrei potuto trascorrere con lui qualche ora in più. Altri membri della mia famiglia sono riusciti ad arrivare soltanto il giorno dei funerali e questo è assurdo».
LA PROPOSTA
Le parole di De Nunzio trasmettono un misto di rabbia, dolore e indignazione, ma non rassegnazione: «Abbiamo mandato le sonde su Marte - sottolinea -, ma su questo aspetto siamo ancora fermi al Medioevo: la Sardegna resta irraggiungibile in caso di emergenza. E sono convinto che sia tutta una questione di volontà politica».
La soluzione? «Ascoltare le necessità della popolazione – replica Gianpaolo De Nunzio -. E tra queste c’è il diritto, ovviamente pagando, nessuno pretende certo che sia gratis, di poter raggiungere la Sardegna in tempi rapidi in caso di emergenza. Si potrebbe quindi opzionare un paio di posti al giorno per questo tipo di esigenza. I posti restano vuoti? La Regione allora provveda a versare una sorta di integrazione alla compagnia aerea. Questa è la mia idea, poi magari ci sono soluzioni migliori, ma l’unica cosa che mi interessa è che se ne parli, che la politica si attivi per risolvere un problema che tocca migliaia di emigrati sardi».
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