NON SOLO CINEMA
Nino Frassica e Silver: il Baff chiude col botto
Pienone a Busto Arsizio per la serata conclusiva del festival

Numeri in crescita per un Ba Film Festival che ha segnato la partecipazione di migliaia di spettatori e sold out alla maggior parte degli eventi, con un notevole interesse dimostrato anche alle masterclass.
«Sono molto soddisfatto di questa edizione – il commento del direttore artistico del Baff Giulio Sangiorgio -, la città ha risposto con entusiasmo e partecipazione ai nostri eventi. Ringrazio amministrazione, sponsor e soprattutto la squadra, incredibilmente efficiente anche nei momenti di difficoltà. Un’ultima parola per i giovani e per gli studenti: raramente mi è capitato di assistere a discussioni e dibattiti tanto intensi». E un pensiero anche a Nanni Moretti, ospite della seconda serata del festival domenica s corsa e colpito mercoledì da infarto. «Mi rallegra sapere che stia meglio – aggiunge Sangiorgio -, è stato un ospite generosissimo e ci ha regalato una grande lezione di cinema e umanità, non finiremo mai di ringraziarlo».
Premio Dino Ceccuzzi Baff 2025 all’eccellenza cinematografica a David Cronenberg che ha aperto come ospite d’onore sabato scorso questa XXIII edizione del festival, collegandosi online da Londra bloccato dall’influenza; e Premio Speciale Baff 2025 ForeverUnique a Marianna Fontana talento dell’anno consegnato ieri sera nella cornice del Tavolo Unico, la serata conclusiva ha proclamato anche i vincitori del concorso opera prima nazionale e internazionale in una serata di gala oggi, sabato 5 aprile, al Teatro Sociale Delia Cajelli di Busto Arsizio con ospite d’onore Nino Frassica.
I cinquant’anni di Lupo Alberto
Un “passaggio” di staffetta quasi senza soluzione di continuità con gli altri ospiti della giornata: Andrea Caccia con il suo masterclass all’istituto Antonioni, e Silver, che nella Sala Monaco della biblioteca ha raccontato il suo Lupo Alberto a cinquant’anni dalla nascita. Un fumetto che ha anche saputo creare conoscenze, amicizie, amori, in anni un cui i social ancora non esistevano, attraverso La Tana del Lupo. «Io ho sempre cercato un contatto diretto con i miei lettori, volevo sapere chi fossero, cosa facevano, cosa pensavano – ha raccontato Silver -. Questa Tana del Lupo era scrivere sul giornale che in un tal luogo in un tal giorno chi voleva incontrare altri fan di Lupo Alberto poteva andare lì». Un fumetto che unisce generazioni, piace, e da sempre ha sfidato tanti pregiudizi, anche con provocazioni. A partire dal lupo che ama ricambiato una gallina fino alla striscia in cui entra anche il tema della morte, anche se Silver assicura «Non è morto, è solo un disegno». Si tratta di Uccello, «un personaggio che fa tenerezza, abbandonato dalla madre migrata al sud perché il suo uovo si è schiuso in ritardo, e a cui il Lupo cerca di insegnare a volare, riesce a farlo svolazzare, ma appena prende l volo viene ucciso da una fucilata». Una provocazione. «Nel fumetto umoristico non muore mai nessuno, per questo ho creato tutto questo – conclude Silver -. E ce l’avevo anche un po’ con i cacciatori».
Tutti pazzi per Nino Frassica
Bagno di folla per Nino Frassica, a partire dalla lunghissima fila nel foyer del Sociale per farsi autografare il nuovo libro del simatico attore, “Piero di essere Piero”: il comico non si è sottratto a selfie, strette di mano, abbracci e scambi di battute con il pubblico. E dopo le premiazioni del concorso opere prime italiane e internazionali sia da parte della giuria composta da testate di settore e di quella composta da quarantotto giovani formatisi con workshop ad hoc, Frassica ha introdotto il film “Il bi e il ba” di Maurizio Nichetti che lo vedeva protagonista, ricordando la sua carriera e i suoi inizi. Il dialogo con Rocco Moccagatta sul palco parte subito con la verve di Frassica aprendosi in una sorta di viaggio a ritroso che parte proprio dall’immagine della copertina del suo libro «di piccoli racconti di milleduecento quasi diecimila personaggi surreali che si chiamano Piero e dal libro verrà tratto un film con il protagonista che si chiama Paolo». E sempre con il suo modo di fare tra il serio e il faceto, spiega come si sente quando scrive un libro: «Scrivo cose che mi divertono, le raccolgo, le sistemo, ma ogni libro che consegno mi piace, almeno in quel momento. In “Piero di essere Piero” adesso ci sono due o tre pagine che non mi piacciono e io vado in libreria e le strappo di nascosto». Mentre raccoglie applausi e risate, aggiunge: «Scrivo perché è la cosa che mi fa sentire più libero, quando si scrive un libro si ha la libertà totale, quando scrivo libri sento la libertà piena»
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