IL PROCESSO
Omicidio Aloisio, in aula il pentito Gaetano Aloe
Renderà testimonianza il 3 aprile dinanzi alla Corte d’Assise d’appello sul delitto avvenuto nel 2008 a San Giorgio su Legnano

Alla fine, sarà ascoltato anche lui nel processo d’appello bis sull’omicidio di ‘ndrangheta di Cataldo Aloisio, l’imprenditore di Cirò Marina il cui cadavere fui rinvenuto all’esterno del cimitero di San Giorgio su Legnano il 27 settembre del 2008. Lui è Gaetano Aloe, figlio di Nicodemo, boss di Cirò Marina, ucciso nel lontano 1987 molto probabilmente dallo zio di Aloisio, Vincenzo Pirillo. Proprio l’uomo del clan retto da Silvio Farao e Cataldo Marincola la cui morte il nipote avrebbe voluto vendicare.
Arrestato nel 2018 e condannato a 13 anni di carcere, Gaetano Aloe ha scelto di diventare collaboratore di giustizia nel marzo 2023. La pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano Cecilia Vassena e la sostituta procuratrice generale Daniela Meliota hanno chiesto e ottenuto che fosse sentito dai giudici della seconda Corte d’Assise d’Appello del capoluogo lombardo, presieduta dalla giudice Renata Peragallo. La sua testimonianza è stata fissata per il 3 aprile.
All’Antimafia di Catanzaro, il collaboratore avrebbe riferito una confidenza ricevuta da uno dei due imputati ora sotto processo (l’altro è Francesco Cicino), Vincenzo Farao, il cognato della vittima, assistito dagli avvocati Michele D’Agostino e Gianni Russano.
Vincenzo Farao, appena rientrato da Legnano, gli avrebbe riferito: «Non ti preoccupare di Cataldo che me l’haiu vista iu». A sentire Aloe, Vincenzo Farao, di casa a Legnano, dove in passato aveva lavorato nel negozio di ortofrutta del cugino Vincenzo Rispoli (il boss del locale di ‘ndrangheta di Legnano e Lonate Pozzolo, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Aloisio al pari di Silvio Farao e Cataldo Marincola) e che la sera del delitto aveva dormito a casa della zia Grazia (la mamma di Rispoli), se la sarebbe vista lui con il cognato. Tuttavia, Francesco Farao, fratello di Vincenzo e di Elena (la moglie della vittima), anche lui collaboratore di giustizia, sentito in aula a Milano ha messo più di un dubbio riguardo l’attendibilità di Aloe. «Non ho mai parlato con lui di quel che è successo a Legnano ad Aloisio. Sì, è vero, siamo cresciuti assieme, ma poi lui è diventato un tossico. Non si poteva affidargli nemmeno una caramella, perché poi se la bruciava…».
Confidenza di Aloe a parte, anche Francesco ha puntato l’indice contro il fratello Vincenzo. Ha dichiarato infatti di aver incontrato sulla Sila Farao e Marincola e di aver capito che avevano deciso di “eliminare” Aloisio e di aver saputo dal fratello Vincenzo che Cataldo stava creando “problemi”.
Elena, quando chiamò Francesco annunciandogli in lacrime la morte del marito, gli domandò: «Ma com’è che Cataldo era uscito con Vincenzo di zia Grazia (Rispoli, ndr) e Vincenzo nostro su a Legnano e non è tornato più?». Francesco preferì lasciar cadere il discorso: «Non volevo mettere il dito nella piaga. Mia sorella era rimasta vedova 30 anni, con due figli e io che cosa gli dicevo? Che era stata la famiglia ad uccidere il marito?».
Durante la sua testimonianza in Assise Appello a Milano, nel corso dell’ultima udienza, la vedova ha confermato quanto spiegato 16 anni fa all’allora capo dell’Antimafia Ilda Boccassini, poche ore dopo l’omicidio del marito, e cioè che il marito era salito da Castello d’Argile, nel ferrarese, a Milano per rinnovare l’assicurazione di un suo furgone. «Mi disse di preparargli un cambio di vestiti, perché non sapeva ancora se sarebbe tornato in serata o sarebbe stato fuori».
Il cambio in questione, per la cronaca, non è mai stato rinvenuto. Nell’ultima udienza è stato sentito anche Antonio De Luca, pure lui cirotano e cugino della vittima, di 10 anni più grande di lui. Fu lui ad accompagnarlo Aloisio su a Legnano. De Luca ha spiegato che dopo essere arrivati su al Nord, a un certo punto della giornata, nel pomeriggio, venne a sapere da Cataldo che c’era stato un cambio di programma: «Mi disse che doveva fare un’ambasciata, cioè fare qualcosa, parlare di qualcosa o riferire qualcosa a qualcuno, e che aveva un appuntamento la sera. Mi procurò una macchina (quella di Cataldo Aloisio fu rinvenuta nel parcheggio dell’Iper di Solbiate Olona dove avrebbe incontrato Vincenzo Rispoli e Vincenzo Farao, ndr) e mi disse di ritornare a casa. Mi fece strada fino al casello di Legnano. È stata l’ultima volta che l’ho visto. Sulla via del ritorno, verso sera, ho cominciato a chiamarlo, ma non mi ha mai più risposto. Né a me né a sua moglie».
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