PALERMO
Operai morti a Casteldaccia non sarebbero dovuti scendere
(ANSA) - PALERMO, 07 MAG - Non sarebbero dovuti scendere
all'interno della stazione di sollevamento i cinque operai morti
ieri a Casteldaccia durante la manutenzione della rete fognaria.
Il contratto di appalto stipulato con Amap, la municipalizzata
che aveva dato alla loro ditta, la Quadrifoglio group, l'appalto
dei lavori, prevedeva che l'aspirazione dei liquami avvenisse
dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non
scendesse sotto terra. Questo spiega perché nessuna delle
vittime indossava la mascherina né aveva il gas alert, un
apparecchio che misura la concentrazione dell' idrogeno
solforato, il gas che poi li ha uccisi.
Non è chiaro, dunque, perché i cinque siano scesi
all'interno della stazione di sollevamento nè cosa sia accaduto
dopo. L'ipotesi che si sia rotto un tubo da cui poi è
fuoriuscito il gas è smentita dai vigili del fuoco, mentre non
si esclude che gli operai abbiano potuto aprire una paratia che
sarebbe dovuta restare chiusa. L'ambiente infatti, in condizioni
normali, è a tenuta stagna.
Intanto, dopo avere appreso la notizia della morte dei suoi
operai, deceduti ieri a Casteldaccia mentre lavoravano alla rete
fognaria, Antonio Di Salvo, 67 anni, titolare della Quadrifoglio
Srl, sta rientrando in Sicilia dagli Stati Uniti dove si trova
per il matrimonio di un familiare. Il suo socio Epifanio Alsazia
è una delle cinque vittime (ANSA).
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