P4C
Le risposte ai perché dei bambini

Si scrive P4C. Ovvero Philosophy for Children, esperienza filosofica e didattica ideata come programma educativo a metà anni Settanta dal filosofo Matthew Lipman. Un recupero del modo di fare filosofia proprio delle prime scuole greche, una metodologia che riporta alla maieutica socratica, alla sollecitazione del soggetto a partecipare attivamente, a “tirare fuori” le risposte. La filosofia, insomma, come dialogo comunitario, come aiuto a pensare bene e autonomamente.
«Un’esperienza ormai molto datata ed estremamente ricca - ne sottolinea l’importanza Cristina Boracchi, dirigente scolastico e direttore artistico del festival di filosofia Filosofarti - che arriva in Italia attraverso una serie di analisi di storie, favole, riflessioni varie proposte all’infanzia da cui si è sviluppata la necessità di operare attraverso la filosofia una dimensione argomentativa, critica, sollecitando la curiosità e la meraviglia dei ragazzi più giovani».
Sì, perché la Philosophy for Children si rivolge ai bambini e alle bambine fin dalla scuola dell’infanzia e della primaria sino alla secondaria di primo grado e, aggiunge Boracchi, «costruisce capacità critiche, argomentative e dialogiche».
Molti gli esempi e progetti con al centro la P4C, accompagnati anche da idee che hanno toccato libri, ma persino pillole video sotto forma di cartoni animati, come quelli che hanno per protagonista la volpe Sophia creata da Andrea Lucisano, musicista, regista, filosofo e poeta, che al suo personaggio ha fatto intervistare filosofi quali Aldo Masullo, Richard David Precht e Umberto Galimberti. Ed è solo un esempio.
Lo stesso Filosofarti, che sta preparandosi alla diciassettesima edizione, festival promosso dal Centro Culturale del Teatro delle Arti di Gallarate con collaborazioni regionali e provinciali e l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica, e che coniuga la filosofia alle arti, «da sempre – ricorda Boracchi - ha avuto un’attenzione alla fascia infanzia/adolescenza e quindi anche alla P4C che peraltro è molto diffusa ultimamente anche all’Università degli Studi di Milano – Bicocca cha ha aperto un museo dove immagini accompagnano riflessioni e le riflessioni portano alla possibilità di ragionare su questioni di quotidianità anche semplice. E ci sono esperienze importanti nel territorio varesino e in alcune scuole anche del Gallaratese guidate da Michela Volfi».
E i risultati positivi nelle scuole che la utilizzano sono notevoli. «Non dimentichiamo - aggiunge Cristina Boracchi - che il perché, cioè la domanda, è parte stessa dell’infanzia e non dimentichiamo che la filosofia parte dalla domanda, cioè dai perché. Homo nascitur philosophus: l’uomo nasce filosofo, e quindi sollecitare le domande per avviare una ricerca di risposte è quello che la Philosophy for Children opera».
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