PREVENZIONE
A me gli occhi!

I bambini assorbono quasi il 90% di ogni cosa che li circonda attraverso gli occhi. Di conseguenza, l’individuazione tempestiva di potenziali problemi della vista è fondamentale. Purtroppo, la buona abitudine di sottoporre il proprio figlio a controlli periodici non è così diffusa: secondo le indagini svolte dalla Commissione Difesa Vista, il 70% dei genitori pensa che la visita oculistica non sia tra le priorità. Sempre dall’indagine svolta dalla Commissione è emerso che su 650 bambini e ragazzi in età scolare (tra i 18 mesi e i 16 anni), il 26% manifestava vari problemi oculistici: ipermetropia (33%), astigmatismo (16%), miopia (10%).
«Per i bambini le visite consigliate a livello preventivo sono fissate all’inizio della scuola materna e poi della scuola elementare, quindi a 3 e 6 anni - spiega Monica Ragazzini, medico oculista all’Humanitas Mater Domini di Castellanza -. I filtri consigliati sono fondamentali perché troppo spesso si sottovaluta l’importanza di sapere quanto i bambini vedono, anche per il loro sviluppo psicomotorio».
La campanella è suonata da qualche settimana e milioni di studenti sono tornati tra i banchi di scuola, alle prese con libri cartacei, dispositivi multimediali e l’attenzione verso la lavagna. Le condizioni di affaticamento della vista aumentano ed ecco perché la prevenzione visiva diventa fondamentale. Infatti, non tutti sanno che c’è un rapporto diretto tra il vedere bene e i voti in pagella, perché la visione influenza l’apprendimento, l’attenzione e la postura.
«Bisogna imparare a guardare i nostri figli e a riconoscere piccoli campanelli d’allarme - precisa -. Un bambino che viene ripreso perché disturba costantemente il compagno magari è un bimbo che fa fatica a guardare la lavagna e chiede al vicino cosa c’è scritto. La postura è invece un segnale fondamentale nel caso di strabismo latente, ovvero quando uno dei due occhi non lavora e si vede doppio. Un bambino che si impegna particolarmente a guardare da vicino, come può essere a scuola, per compensare il muscolo che non lavora bene, inclina la testa. Attenzione anche ai bambini che tendono costantemente ad essere piegati su se stessi con la schiena non dritta e il collo in avanti. È la classica posizione del miope che oltre a strizzare gli occhi per mettere a fuoco, cerca di portare avanti la testa per recuperare quei 10 centimetri che gli permettono di vedere meglio».
Cogliere i segnali che lancia il corpo del bambino risulta dunque di fondamentale importanza. «Uno dei difetti refrattivi più frequenti è l’ipermetropia - prosegue la dottoressa Ragazzini, dando ulteriori indicazioni -. Il ragazzo ha bisogno di un grande sforzo muscolare per vedere le cose più vicine e questo comporta un importante stress muscolare che causa mal di testa, arrossamento degli occhi, difficoltà di concentrazione, agitazione e stanchezza quando deve leggere o scrivere molto. La miopia è invece la situazione opposta, quando fa fatica a vedere per lontano. In questo caso i bambini tendono a strizzare gli occhi e a sbattere spesso le palpebre. L’astigmatismo, infine, è un’alterazione della superficie oculare che porta a vedere male per lontano e per vicino in maniera direttamente proporzionale a quel che è il grado di astigmatismo. Occorre correggerlo il prima possibile perché può portare a grossi problemi da adulto».
Nel caso in cui il disturbo si verifichi in un occhio solo, si parla di ambliopia o occhio pigro. «È la situazione più preoccupante perché i genitori non si accorgono di nulla dato che il bambino, avendo un occhio che vede bene, non lamenta alcun disturbo. Qui è particolarmente importante la prevenzione perché una visita sommaria non lo coglie».
In chiusura un consiglio preziosissimo. «L’utilizzo dei vari devices e il lockdown non hanno facilitato la vista dei bambini perché gli occhi per svilupparsi completamente hanno bisogno soprattutto di stare all’aperto e guardare l’infinito, focalizzare i punti lontani. Distanze ravvicinate in ambienti piccoli e uso del telefonino sviluppano la miopia: uno dei mezzi migliori per rallentarla è quello di passare più tempo possibile all’aria aperta».
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