DA PROVARE
Coltivare bio all’infinito

Non si butta via niente, è uno di quei mantra che scandisce la nostra vita. Non è la solita frase, pronunciata sorridendo di fronte all’ennesima trovata per dare nuova vita a un vestito oppure di fronte ai fornelli decantando come cucinare in modo antispreco. E non solo per una questione economica: siamo una generazione cresciuta con il mito del consumatore verde per dare il nostro contributo alla causa ambientale.
Da tempo abbiamo anche riscoperto il piacere di coltivare pomodori, zucchine e melanzane in balcone. I più fortunati hanno ricavato un mini orto in giardino che dà enormi soddisfazioni.
Ma è tempo di fare un upgrade per essere davvero ecologici: ricoltivare la nostra verdura e se ci riesce persino la frutta. La vera svolta è quella di creare un orticello biologico ottenuto dagli scarti alimentari: una tecnica di rigenerazione. Non è la scoperta dell’acqua calda, ma uno stile di vita che stiamo riscoprendo. Sono dieci gli ortaggi che possiamo acquistare una volta e poi dagli scarti farli ricrescere senza semi: cipollotti e cipolle, sedano, aglio, basilico, zenzero, patate, porri, lattuga e cipolle.
Come si parte? Procuriamoci un barattolo di vetro, poca acqua, un luogo al sole, con il davanzale della finestra, per poi invasare le nuove piante. È quasi ovvio che si debbano tenere le parti che avremmo buttato e non commestibili. Per gli amanti dell’insalata è il momento della svolta con la lattuga romana perché in questo modo l’avrete sempre a portata di mano e saprete cosa mettere in tavola.
Partite dal vostro cespo di lattuga: usate le foglie più esterne e più grandi per farvi l’insalata. Poi, con un coltello, praticate un taglio netto alla parte inferiore del cespo di lattuga: deve essere a circa 3 centimetri di distanza dal fondo. Questa è la base della vostra nuova pianta che metterete nel vasetto di vetro dove verserete anche l’acqua, circa un centimetro. Posizionate la ciotola vicino alla finestra ma all’interno di casa in modo che non sia esposta ai raggi solari diretti. Ricordatevi di sostituire l’acqua una volta al giorno e dopo due settimane, vedrete lo sviluppo del nuovo cespo: ci saranno il cuore della lattuga e le radici; è il momento di piantarlo: andrà bene anche un normale vaso rotondo.
Ricordatevi di bagnare la lattuga abbondantemente e nel caso concimarla con un fertilizzante naturale (va bene anche quello liquido). Con la stessa tecnica potete provare anche con il cavolo romano. La tecnica semplice e simile anche per finocchio, carote, porri, scalogno, cipolle che possono ricrescere usando le loro radici intatte. Queste ultime devono sempre rimanere sempre bagnate e l’acqua deve essere cambiata una volta a settimana anche se ci sono diverse scuole di pensiero.
Consigliamo la tecnica in particolare per il sedano che spesso usiamo solo in parte e che è considerato uno degli ortaggi dove purtroppo si annidano i residui di pesticidi. Usate la base del gambo di sedano, tagliate a circa 5 centimetri e riponetela nel vasetto - dicono vada bene anche un piatto fondo - sempre con un centimetro di acqua. Entro tre settimane, la parte centrale del sedano che diventerà gialla dovrebbe germogliare e poi sarà pronto per il travaso.
Regina del riciclo è infine la patata: prossima volta che vi troverete davanti al tubero raggrinzito oppure germogliato al posto di buttarlo, fatene crescere di nuove. Ecco come fare: tagliate a pezzi di circa 2 cm la patata preservando i germogli, per un paio di giorni lasciate le patate a temperatura ambiente. Se avete un orticello, non avrete problemi altrimenti procuratevi un vaso in modo che possiate interrate a 8 cm di profondità i pezzi di patata: attenzione il germoglio deve essere rivolto verso l’alto. Dopo di ché curate le patate affinché crescano - se avete il compost fatto in casa, tanto meglio aggiungetelo per dare nutrimento alla vostro campicello di patate - e in qualche settimana dovrebbero nascere nuove patate.
Sono esperimenti che si possono fare con i bambini, insegnando loro il valore del riciclo ma anche la pazienza, l’attesa e infine il risultato. Con semplicità e concretezza insegneremo ai piccoli che niente si distrugge, tutto si trasforma.
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