IL MODELLO
Spiaggine, auto perfette per le vacanze
Voglia di mare, di leggerezza, ma anche di velocità. Il vento nei capelli che è sinonimo della libertà dalla routine. Erano gli anni Sessanta quando il boom economico faceva delle mitiche spiaggine le auto simbolo di una stagione che sfrecciava verso l’avvenire con disinvoltura e spensieratezza. E se quei tempi sono distanti anni luce, quel sentimento propriamente estivo non si è mai estinto. Quelle vetture da bijoux, d’altronde, il fascino non l’hanno perso. Anzi, gli ultimi anni hanno visto anche un loro ritorno nei garage e sulle strade.
UN’INVENZIONE ITALIANA
Invenzione italiana, le spiaggine nascono come utilitarie acconciate per la villeggiatura dei ceti più abbienti. Non a caso chi lanciò l’idea fu nientemeno che Gianni Agnelli, che nel 1956 fece costruire sulla base della Fiat 600 Multipla la Eden Roc, come auto di passeggio per le sue vacanze in Costa Smeralda. Ma il battesimo ufficiale avvenne due anni dopo con la Fiat 500 Boano Spiaggia, da cui il nome che ha finito per identificare l’intera tipologia, caratterizzata dalla struttura di una Fiat 500, dalla mancanza del tettuccio, dai sedili in vimini pensati da Mario Boano e dal fatto di essere comparsa in soli due esemplari, posseduti dall’Avvocato e da Aristotele Onassis.
I RARISSIMI MODELLI
Ne furono poi realizzati a mano alcuni rarissimi modelli per Grace Kelly, John Wyne, Yul Brynner e il presidente Lyndon Johnson. Chiara quindi l’ambizione elitaria della spiaggina, presto sfumata, anche se la sua immagine non è certo legata a quella della berlina di lusso. Queste piccole automobili, a cui originariamente era concesso anche di transitare sul bagnasciuga, sono per lo più scoperte, presentano spesso sedili in tela e al posto del padiglione sono fornite di un tendalino. Gli interni idrofughi e l’abitacolo arieggiato ne fanno il mezzo da tempo libero per eccellenza. Un successo garantito, fin dagli esordi commerciali.
IL RITORNO
In anni recenti sono tornate di moda. Nel 2018 Lapo Elkann ha omaggiato i 60 anni della prima spiaggina rielaborando una 500 cc. Molte sono le produzioni elettrificate, dalla 500 Jolly in versione Icon-e e la E-Moke della Italcar alla Citroën e-Mahari o alla Renault e-Plein Air con batteria Twizy. Sono spesso tributi a modelli iconici, tuttora sogno dei collezionisti di auto d’epoca. La Fiat fu ovviamente la prima azienda a forgiare il mito, grazie alla collaborazione con marchi di design come Pininfarina, Michelotti e Ghia. Quest’ultimo fu l’artefice della storica 500 Jolly sempre nel ‘58, mentre la carrozzeria della Fiat 600 Jungla era della Savio. Ispirata ai 4x4, fu la risposta italiana alla Mini Moke, fortunata spiaggina del ‘64 progettata inizialmente per uso militare ma scartata perché non adatta al fuoristrada.
TRA VOLKSWAGEN E FIAT
Destino simile ebbe la Volkswagen Pescaccia, mentre quella di maggior successo fu la Mehari della Citroën. Il nome deriva da una razza di dromedari e del resto il materiale plastico, leggero e antiruggine degli esterni la faceva sembrare adatta persino per una spedizione nel deserto. La Fiat produsse la simpatica Ferves Ranger nel 1966, nello stesso periodo in cui Giovanni Michelotti concepì su base Daf la Kini Michelotti, commissionata dai reali d’Olanda per i loro soggiorni a Porto Ercole. Tre anni dopo l’imprenditore torinese collaborò anche con il designer di yacht Phillip Schell per creare la Shellette. La Renault propose la 4 Plein Air, versione spiaggina della Renault 4, e la Rodeo. Mai commercializzata ma ugualmente intrigante la Fiat 500 Zanzara Zagato di Ercole Spada, ideatore di epiche BMW, Alfa Romeo e Aston Martin: una forma animalesca tra il moschino e la rana.
© Riproduzione Riservata