DELITTO STABILE
«Teresa non fu ascoltata»: sospesi due carabinieri
Provvedimento adottato dall’Arma nei giorni scorsi

Perché la richiesta di aiuto lanciata da Teresa Stabile cadde nel vuoto? Perché per ben tre volte, rivolgendosi alla caserma, venne congedata con parole rassicuranti? «Suo marito è una brava persona», le avevano detto. Invece Vincenzo Gerardi il 16 aprile la ammazzò a coltellate. L’Arma, in via cautelativa, nei giorni scorsi ha sospeso due carabinieri in servizio alla stazione samaratese.
IL PROVVEDIMENTO
A maggio i militari erano stati convocati al comando provinciale di Varese per dare chiarimenti sulla presunta omissione, o meglio per verificare se ci fossero riscontri alle accuse nemmeno troppo velate mosse dai parenti di Teresa. Che non fossero all’oscuro delle tensioni tra coniugi è provato quanto meno da un intervento di metà dicembre, quando la pattuglia arrivò in via San Giovanni Bosco per sedare l’ennesima lite tra loro. Non trapelano dettagli sull’esito del procedimento, ma a quanto pare le spiegazioni fornite non sono state sufficienti a evitare il provvedimento disciplinare che comunque, a fronte di memorie difensive solide, potrà essere revocato. Sotto il profilo penale, l’indagine coordinata dal procuratore aggiunto Franco Belvisi continua nella massima riservatezza. La zia di Teresa, al termine del funerale, in chiesa lesse una lettera toccante: «Le donne chiedono di non essere sempre loro a grattare alle porte delle forze dell’ordine per sentirsi dire “domani è un altro giorno, ci pensi bene, lui soffre e le vuole bene”». C’era tutto un mondo sotto quelle righe, una realtà che nessuno aveva avuto il coraggio di affrontare.
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