LA SENTENZA
Tre condanne per Limido. Ma l’avvocato lo “salva”
I 17 mesi inflitti al leader dei Do.Ra. si abbassano a otto

Alessandro Limido si era visto recapitare di recente un ordine di carcerazione per un cumulo di pena complessivo di 17 mesi di reclusione risultato di tre distinte sentenze, ormai passate in giudicato, per reati commessi in qualità di leader della Comunità Militante dei Dodici Raggi, discusso gruppo con base ad Azzate che si rifà ai valori del fascismo e del nazionalsocialismo.
Reato continuato
Tuttavia, il suo difensore, l’avvocato Gabriele Bordoni, ha chiesto e ha ottenuto dai giudici della quarta Corte d’Appello di Milano, nella veste di giudice dell’esecuzione della pena, l’applicazione della disciplina del reato continuato in riferimento alle tre sentenze ormai divenute definitive. Va da sé che l’avere riconosciuto il vincolo della continuazione fra reati tra le tre sentenze ha portato a rideterminare la pena complessiva inflitta a Limido a otto mesi di reclusione. Ora l’obiettivo dell’esponente dei Do.Ra. è quello di evitare il carcere.
Misure alternative
Non potendo più godere della pena sospesa, presenterà istanza per potere scontare la pena fuori dal carcere, magari usufruendo di misure alternative. Tra le condanne da scontare a carico del presidente dei Do.Ra. rientrava a pieno titolo anche quella (a sei mesi di reclusione) per apologia del fascismo a seguito del blitz a colpi di striscioni in giro per Azzate per contestare l’incontro organizzato dall’Anpi, con il patrocinio del Comune, con Francesco Filippi, lo scrittore autore del libro “Mussolini ha fatto anche cose buone”, sottotitolo “Un libro sulle idiozie che continuano a circolare sul fascismo”. Una condanna giunta in appello, dopo che il Tribunale di Varese aveva invece mandato assolto il quarantacinquenne di Bodio Lomnago.
«Mussolini non si tocca»
Era stato l’allora sindaco Gianmario Bernasconi a sporgere querela il 24 giugno di cinque anni fa per denunciare la presenza degli striscioni a firma Dodici Raggi. Nella stessa circostanza, fu fatto circolare un volantino con la scritta “Francesco Filippi non sbagliare strada, Ventotene ti aspetta, Azzate no!”, firmato “Il commissario del Fascio di Azzate” e un altro striscione - «Mussolini non si tocca» - fu apposto sulle mura del palazzo comunale.
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