DA GUSTARE
Trifle, se è zuppa è inglese
L’estate del dolce al cucchiaio che viene dall’Inghilterra, ma era amato alla corte degli Estensi in quel di Ferrara
La somiglianza c’è. E si vede subito. Ma non chiamatelo zuppa inglese, per carità! Anche se a ben vedere di Inghilterra ce n’è più qui che nella zuppa. La bontà in questione è il trifle, il dolce al cucchiaio che, dicono i food trend più attendibili, sarà il re delle tavole estive. Ma andiamo per gradi e cerchiamo di risalire a come il trifle dall’Inghilterra sia arrivato nel nostro Belpaese, che di dolci abbonda, e del perché sia accreditato come l’antenato della nostrana zuppa inglese. Per capirne di più dobbiamo tornare indietro nel tempo, anche se di notizie certe non ve ne sono molte. Il termine compare per la prima volta nel libro di cucina Good Houswifes Jewell scritto da Thomas Dawson e pubblicato nel 1585 a indicare un tipico dolce nato come veloce e facile ricetta antispreco, perché all’epoca tutto era prezioso e non si buttava via nulla. Trifle infatti significa sciocchezza, nonnulla, proprio perché è facilissimo da realizzare. Siamo nel 1500 quando un nobile italiano di ritorno da un viaggio dalla corte di Elisabetta I rimase così entusiasta del trifle che ne parlò ad alcuni cuochi della corte degli Estensi in quel di Ferrara. L’originale dolce al cucchiaio, ideale per un fine pasto o una merenda abbondante, prevede pochi ingredienti ma fondamentali: pasta morbida lievitata tagliata a cubetti, crema pasticciera, frutta, vino, dolce e panna montata da intervallare in ogni strato e da servire in una coppa. A tale richiesta i cuochi ferraresi cercarono di fare del loro meglio per riprodurre la bontà inglese ma sostituirono la pasta lievitata con la bracciatella, una ciambella tipica della cucina emiliana, e la inzupparono con l’alchermes. Il trifle divenne quindi la nostra zuppa inglese. Nel Settecento la bracciatella venne sostituita con il pan di Spagna che nacque a Madrid per merito di un cuoco ligure. Ma questa è un’altra storia. Nello stesso secolo al trifle classico si aggiunse la frutta in gelatina e lo sappiamo perché nel libro L’arte in Cucina di Hannah Glassea compare la prima ricetta che la include. Oggi ne esistono tantissime versioni: si dice che ogni famiglia inglese abbia la sua e che la porti in tavola ogni qualvolta ci sia un’occasione importante da festeggiare. Perché non provare dunque? Basta aprire il frigorifero e vedere che frutta avanza a seconda delle stagioni, dopodiché mettersi all’opera. L’importante è che venga composto in una ciotola di vetro, perché la sua bellezza sta tutta nel guardare gli strati colorati sovrapposti.
Come dimenticare la Rachel’s Trifle, la torta del fallimento di Rachel (alias Jennifer Aniston) nella serie tv Friends? La protagonista aggiungeva uno strato di manzo con piselli e cipolle nella sua zuppa inglese, tra le lingue di gatto e la crema.
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