LA CURA
Tumore al seno, il nuovo farmaco

Degli oltre 53mila casi di tumore al seno che si registrano ogni anno in Italia, il 25% circa di carcinoma mammario in fase iniziale ad alto rischio di metastasi può essere trattato con Abemaciclib, in combinazione alla terapia endocrina già presente. Abemaciclib è una molecola ideata e studiata dai ricercatori della Lilly e che ora viene rimborsata anche in Italia dall’Aifa a tutti quei pazienti che possono trarne beneficio. Una conferma dopo i risultati di sicurezza ottenuti dallo studio MonarchE, presentati al Presidential Symposium dell'ultimo Congresso della European Society for Medical Oncology e pubblicati anche dal Journal of Clinical Oncology.
«AUMENTA LE PROBABILITÀ DI GUARIRE»
«Questo studio è una delle novità più importanti degli ultimi vent'anni per molte donne con tumore al seno - fa presente Valentina Guarneri, professore associato di oncologia medica all’università di Padova - in molte di queste pazienti sono aumentate significativamente la sopravvivenza e le probabilità di guarigione».
«INCERTEZZA E RISCHI DI RECIDIVE»
«Sappiamo per certo - aggiunge Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia - che una donna colpita da tumore al seno, specie in fase iniziale e a rischio di recidive, vive quotidianamente sentimenti di incertezza e di paura per il futuro suo e dei suoi familiari, perché non sa se e quando la malattia potrà ripresentarsi, di conseguenza contare su nuove terapie è determinante per la sua serenità, ma anche per la necessaria aderenza alle cure, con la speranza di una guarigione».
LO STUDIO
Lo studio Monarche prese in carica tempo fa 5.637 donne e uomini con carcinoma mammario ad alto rischio, in 600 centri di 38 Paesi. L’alto rischio è legato alla diffusione dei linfonodi in tumori già di grandi dimensioni. Le pazienti sono state trattate per due anni e la cura continuerà ancora per 5-10 anni. In ambito preclinico, la somministrazione orale di Abemaciclib (compresse di 150 mg, due volte al giorno senza interruzioni) ha determinato una notevole riduzione delle dimensioni del tumore.
«TUMORE IN FASE INIZIALE»
«Si parla di tumore al seno in fase iniziale quando non c’è stata diffusione metastatica - spiega Lucia Del Mastro, docente di oncologia medica all’università e all’ospedale San Martino di Genova - in genere dopo l'intervento chirurgico al seno, per una serie di fattori che ci aiutano a capire quale è il rischio di% metastasi, si decide il trattamento post-operatorio più appropriato, cioè adiuvante». Sono il 15% le donne operate che si sottopongono a un trattamento con Abemaciclib, aggiuntivo alla terapia endocrina.
LA RICERCA DI LILLY
Da oltre cinquant’anni, Lilly si dedica alla ricerca di farmaci e forme di assistenza che consentano di migliorare la vita dei pazienti oncologici, ma anche di coloro che si prendono cura di loro. L’azienda è fermamente decisa nel portare avanti in tutto il mondo questa eredità. Per ulteriori informazioni sull’impegno di Lilly nella lotta contro il cancro visitare il sito www.lillyoncology.com.
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