SALUTE
Tumori dell’apparato urinario: le novità dell’AIFA
Approvata la rimborsabilità sul trattamento per i pazienti con carcinoma uroteliale

Tenuto conto dei risultati positivi dopo uno studio internazionale in fase 3 (EV-301) sul trattamento dei tumori alla vescica con enfortumab vedotin, l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha deciso in questi giorni di approvarne la rimborsabilità, come avviene da tempo in diversi Paesi della Comunità europea. Ne hanno diritto i pazienti con carcinoma uroteliale. In Europa sono 204mila coloro che nel 2020 hanno ricevuto questa diagnosi e oltre 67mila sono le persone decedute per la stessa malattia.
«In Italia il carcinoma uroteliale colpisce ogni anno circa 29mila nuove persone e 1.460 di queste presentano già un tumore localmente avanzato o metastatico - ci informa Patrizia Giannatempo, medico di Oncologia genito-urinaria all' Istituto nazionale tumori di Milano - con un impatto molto pesante sulla loro vita per una serie di problematiche quotidiane, quali l’incontinenza urinaria, un elevato rischio di infezioni, un impedimento demoralizzante e permanente del proprio corpo, dovendo raccogliere l'urina in un sacchetto posizionato all'esterno».
Il carcinoma uroteliale è la forma più comune di tumore della vescica (90% dei casi), ma può svilupparsi anche nella pelvi renale (dove si raccoglie l'urina prodotta dai reni), negli ureteri (condotti che collegano i reni alla vescica) e nell'uretra (che porta l'urina all'esterno). Il primo sintomo (da non sottovalutare) di un tumore alla vescica è l'urina di color rosso per la presenza di sangue. La malattia colpisce molto più gli uomini delle donne, soprattutto in passato a causa del fumo.
Lo studio EV-301 ha confrontato enfortumab vedotin con la chemioterapia in 608 pazienti adulti affetti da carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico, già trattati con chemioterapia contenente platino o con un inibitore della proteina presente sul tumore e da cui dipende la risposta immunitaria. I 301 pazienti curati anche con enfortumab vedotin hanno ottenuto una maggiore sopravvivenza rispetto ai 307 trattati solo con la chemioterapia.
«Sono molti i benefici dimostrati dal nuovo farmaco - fa presente Daniele Santini, docente ordinario di Oncologia medica al Policlinico Umberto I Sapienza dell'università di Roma - enfortumab vedotin rappresenta la seconda linea nel trattamento della neoplasia uroteliale, dopo la chemioterapia contenente platino, in altri casi è la terza linea dopo chemioterapia, progressione della malattia e seconda linea con immunoterapia».
«Enfortumab vedotin è l’ennesima conferma del nostro impegno nell’area uro-oncologica - conclude Fulvio Berardo, amministratore delegato di Astellas pharma - ci auguriamo che questo anticorpo farmaco coniugato, primo nella sua classe e realizzato in collaborazione con Seagen, possa fare la differenza e migliorare la qualità della vita di molti pazienti».
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