CRIMINALITA’
Estorsioni con metodo mafioso: un arresto a Uboldo
In manette il 47enne Giuseppe De Marte: metodo mafioso per favorire la propria ditta di trasporti. Due aziende in ammninistrazione giudiziaria
Più estorsioni (e tentate estorsioni), aggravate dal metodo mafioso, per favorire l’attività della propria ditta di trasporti (intestata alla moglie) e battere così, in modo sleale, la concorrenza nel settore dei trasporti di merce in Lombardia. Per questo è stato arrestato Giuseppe De Marte, 47 anni, piccolo imprenditore calabrese di Seminara, residente a Uboldo, fratello minore di Francesco, figura considerata ai vertici di un’organizzazione criminale molto attiva nel Saronnese lo scorso decennio. L’ordinanza è stata emessa dalla gip del Tribunale di Milano Stefania Donadeo su richiesta del pm della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo Pasquale Addesso.
AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA
Oltre alle manette, i carabinieri del Nucleo investigativo di Monza hanno proceduto contestualmente alla notifica di due decreti di amministrazione giudiziaria, ai sensi dell’articolo 34 del Codice antimafia, nei confronti dello Scatolificio Deles Spa con sede a Origgio e della Deles Imballaggi speciali srl di Uboldo.
A far scattare le indagini la denuncia ai carabinieri di Gallarate di un imprenditore del settore dei trasporti, vittima di minacce da parte dell’indagato.
LE MINACCE
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito di ricostruire che quelle minacce non costituivano un episodio isolato, ma una sorta di “estorsione ambientale” creata attraverso «ripetute condotte di minaccia e violenza che ha determinato il totale assoggettamento alle pretese dell’arrestato dei dirigenti e dipendenti delle due società (ora sottoposte ad amministrazione giudiziaria, ndr)», per dirla con l’ordinanza di custodia cautelare. Avvalendosi della “fama criminale” di cui gode la famiglia De Marte, l’arrestato sarebbe riuscito a incutere timore nelle vittime richiamando le sue origini e la sua «vicinanza o parentela» con soggetti legati alla ‘ndrangheta. L’attività estorsiva, accertata quantomeno dal 2016, avrebbe consentito alla società riconducibile a De Marte «di fatturare oltre 8 milioni di euro» e «di ottenere l’ingiusto vantaggio patrimoniale attraverso l’affidamento esclusivo delle commesse di trasporto che sono state assegnate in violazione di criteri di economicità e concorrenzialità». Secondo la Dda di Milano, le direzioni delle due società sarebbero state «pienamente consapevoli dell’inserimento dell’arrestato in contesti malavitosi» e sarebbero «rimaste inerti a fronte della progressiva infiltrazione dell’indagato, omettendo di assumere iniziative volte a rescindere i legami commerciali».
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