FONDAZIONE MORANDINI
Una passeggiata nella geometria

Geometrie, Design, Ambienti. Tre mostre in una, tre percorsi artistici, tre vite che si intrecciano. È la storia raccontata da domenica scorsa nello scrigno di arte e cultura che è la Fondazione Marcello Morandini a Varese. Mantovano ma varesino d’adozione, Morandini è uno degli artisti più rappresentativi dell’Arte concreta e costruttivista in Europa. Nella sua meravigliosa casa museo e fondazione nel cuore della Città Giardino, presenta una sala dedicata alla sua “Opera Omnia”, una serie storica composta da progetti, disegni, sculture, foto e testi di 21x21 centimetri che formano un percorso lineare lungo 35 metri: «Una passeggiata nella geometria», la definisce lo stesso Morandini, «quasi un portfolio tridimensionale».
LE OPERE DELL’ARTISTA
Le geometrie di Morandini si incontrano con il design puro e minimalista di Angiolo Giuseppe Fronzoni (1923-2002). Moderno e precursore, convinto sostenitore del rigore del contrasto del bianco e del nero, del rapporto di tensione dinamica tra pieno e vuoto, Fronzoni era un uomo d’avanguardia anche nel pensiero, sicuro che «il senso più profondo del progettare non è tanto di costruire una casa, quanto quello di costruire noi stessi», e della necessità di portare cultura e bellezza nei luoghi più disagiati. Morandini lo conobbe all’inizio della sua carriera, negli anni Sessanta. La sera dopo il lavoro come disegnatore alla Atlantic e in contemporanea alla frequentazione dell’Accademia di Brera, andava a disegnare nel suo studio milanese. «Da lui - racconta il Maestro- ho imparato il valore dell’essenzialità. Ho capito che nella vita artistica si può lasciare un segno anche con un bianco di fianco e un nero sopra».
In omaggio ai cent’anni dalla nascita, venti dei suoi manifesti, modernissimi e rigorosamente B&W son esposti insieme a documenti, foto, materiali d’archivio ed editoriali selezionati dal curatore, l’editore norvegese-svizzero Lars Müller.
Ambienti sono invece quelli di Gianni Colombo, uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica internazionale.
LE TRE OPERE
In occasione del trentennale della scomparsa, sono esposte tre opere che agiscono sulla percezione fisica e sensoriale dello spettatore, al quale l’artista richiede una partecipazione attiva: il lavoro ambientale “Luce/Ombra X” (una lampadina, accendendosi e spegnendosi con il movimento, muta la prospettiva della visione) e due esemplari della serie Spazio elastico degli anni Settanta. «Una persona straordinaria dal punto di vista umano. Da lui apprendevi l’ironia e la semplicità dello sguardo verso il mondo». Così lo ricorda Morandini, che ebbe modo di conoscerlo alla Biennale del 1968, quando entrambi non aderirono alle contestazioni, esponendo le proprie opere.
In occasione della mostra Morandini ha dato alle stampe il volume I miei primi 60 anni, una autobiografia «che inizia dal 1940 a arriva fino al 1998, anno di nascita della mia prima figlia. Se avete pazienza, scriverò fra un po’ anche quella dei sessanta successivi…».
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