SALUTE
I giovani e la pandemia

Nel mese di ottobre, 200 studenti del corso di Scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria, coordinati dal professor Franz Foti e dall’esperto in comunicazione Mauro Carabelli, hanno avviato un sondaggio, chiamato “Covid Generation“, per capire come i giovani italiani hanno affrontato questo periodo di emergenza, raccogliendo anche le loro previsioni per il futuro.
La ricerca si è valsa della simpatica collaborazione del cantautore Eros Ramazzotti, che ha messo a disposizione le proprie pagine social.
Al questionario, formulato e condiviso online dagli studenti, hanno risposto 8900 giovani di ogni regione d’Italia. Il 75,1% risiede al Nord, il 10,1% al Centro e il 14,8% al Sud.
La maggioranza rientra in una fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni (85%), principalmente donne (77,8% ).
I risultati dell’indagine evidenziano come i giovani abbiano vissuto il lockdown con angoscia e preoccupazione (57%), pur manifestando un notevole spirito di adattamento (40%).
Il Covid ha inciso anche sui loro rapporti sentimentali: il 63% li dichiara “stabili“, per il 23% sono “peggiorati” e soltanto il 12% li considera “migliorati.”
Per il lavoro le preoccupazioni non mancano: il 15% degli interpellati si dichiara danneggiato dal Covid, più precisamente il 6% ha perso il posto, il 5% rischia di perderlo e il 4% è in cassa integrazione.
La maggior parte si dice soddisfatta del servizio prestato dal medico di base, un po’ meno per quanto riguarda la presenza delle Asl.
Il campione si dichiara favorevole al prossimo vaccino nel 63,5% delle risposte, solo il 7% manifesta qualche contrarietà al suo impiego, mentre il 29,5% non si ritiene sufficientemente informato per poter rispondere.
I giovani non nascondono il loro favore allo smart working (78,8%), ma con articolazioni particolari: gli studenti universitari scelgono le lezioni in presenza (38%), mentre il 24% gradirebbe lezione in presenza ed esami in smart, il resto sceglie altro.
Alla domanda “Come si presenta il futuro?“, si registrano punte alte di pessimismo: 84 giovani su 100 pensano che i livelli di occupazione peggioreranno e solo l’1,8 % ritiene possibile un miglioramento. Significativo un 13,2 % propenso a trasferirsi all’estero. Avvertita la necessità di una maggior integrazione con l’Europa (21,35%).
«Le risposte al questionario - fa osservare il professor Franz Foti, docente di Comunicazione pubblica e istituzionale all’Università dell’Insubria - danno uno spaccato attento alle realtà economica, ambientale e sociale, ma pervaso purtroppo da preoccupazione e scetticismo. E lo scetticismo, come si sa, assottiglia le speranze, limita l’azione e mina il patrimonio creativo dei giovani».
Un importante avvertimento per i nostri decisori politici ed economici che dovranno agire di conseguenza.
Alla stesura di questo comunicato hanno contribuito le studentesse del Corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria, coinvolte nel progetto “Covid Generation“: in ordine alfabetico Vanessa Bianchi, Miriam Corti, Anna Costacurta, Chiara Gorla, Karin Mecca, Elia Miatello, Sharon Tres, Giada Vassallo, Giulia Ziletti, mentre il materiale fotografico è stato curato da Anna Corbetta.
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