GEPPI CUCCIARI
La storia di una donna imperfetta

«Perfetta è la storia di una donna naturalmente imperfetta, che descrive ciò che le accade e come lei stessa interagisce col mondo circostante. Questa donna non sono io, ma forse somiglia un po’ a tutte le donne, che ogni giorno devono gestire il lavoro, la famiglia, i colleghi, la spesa, la casa, i parenti e una lista infinita di pensieri».
Questo il significato che Geppi Cucciari dà al termine, titolo dello spettacolo che porta in scena stasera venerdì 24 gennaio, alle 21 al teatro Openjobmetis di Varese.
Un monologo affidato a una donna, ma scritto da un uomo, Mattia Torre, drammaturgo televisivo e teatrale recentemente scomparso.
E nel quale si racconta un mese della vita di una donna, scandito dalle quattro fasi del ciclo femminile.
Con una Cucciari alle prese con toni che si discostano dalla pura comicità, pur avendo sferzate di satira di costume, lasciando spazio anche a sfumature più malinconiche, a riflessioni più amare e profonde. Alle emozioni.
«Affidarsi a Mattia Torre è stata una scelta consapevole e felice - commenta a questo proposito la Cucciari - Il tema femminile non è stato un ostacolo per Mattia, perché non esiste una scrittura di genere. È uno spettacolo che desidera parlare a tutti tramite un testo che tocca più temperature. Il monologo è un modo unico di stare sul palco, è più faticoso ma crea anche un rapporto più intimo, speciale con chi viene in teatro a vederti».
In scena, l’attrice e conduttrice televisiva e radiofonica interpreta una venditrice di auto, moglie e madre: il racconto analizza i martedì di quattro diverse settimane, con giornate identiche nei ritmi, ma diverse nelle percezioni in quanto, con le variazioni delle quattro fasi del ciclo, cambiano gli stati d’animo, le reazioni, le emozioni e gli umori della protagonista.
Una Geppi che non sarà solo protagonista di battute, alle quali ha abituato il pubblico anche in situazioni particolari, come la cerimonia dei David di Donatello alla presenza di Sergio Mattarella, o il dietro le quinte di Danza con me con Bolle. «L’ironia e la comicità - spiega rispondendo a che cosa significa per lei l’ironia e come va usata - a volte sono un contenuto, altre volte possono essere semplicemente un linguaggio per dire delle cose. Sono stata ospite di Mattarella in occasione dei David con molta gioia e onore. Amo molto quell’uomo e il modo in cui interpreta il suo non sempre facile ruolo. Credo che quando dal proprio interlocutore, che in quel caso ero io, si percepisce un rispetto assoluto, possa venirgli concessa qualche parola in più, che a volte può essere di troppo, ma spero che in quel caso non sia stato così».
E su Bolle, con il quale a Danza con me ha ballato un lento con casquè, aggiunge: «Abbiamo diviso il palco alle volte, è un grande ballerino e questo lo sanno tutti, ma è anche una persona di una gentilezza d’altri tempi e questa è una dote ancora più straordinaria».
In arrivo dunque a Varese, con qualcosa che in qualche modo la accomuna alla città come tifosa di basket: Gianmarco Pozzecco, che nella squadra varesina ha giocato e che oggi allena la Dinamo Sassari.
«Sono contenta di venire a Varese - commenta - Conosco Gianmarco da tanti anni e ho una grande stima di lui: prima come giocatore e poi come allenatore della squadra di cui sono madrina. Amo sia il mondo del teatro che quello del basket che, pur essendo diversi, si incrociano: in platea ci sarà sicuramente chi va a vedere le partite. Il bello del teatro come dello sport è essere un qualcosa che unisce tutti».
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